LA POESIA INTROSPETTIVA DI ALFREDO SFILIO NELLA RACCOLTA “L’io narrante”. LA PRESENTAZIONE A LECCE SABATO 29

di Raffaele Polo _____________
È un riuscito espediente quello utilizzato da Alfredo Sfilio nei suoi versi, ora proposti in una corposa e interessante sequenza: il Poeta, infatti, colloquia serenamente con quello che definisce ‘ il mio “io” ‘ e dal confronto emerge una delicata e introspettiva nota personale su cui si sviluppano i versi successivi. (L’Io narrante, Raggio Verde, pagine 110, euro 15)
Sfilio, insomma, non ci presenta subito e senza esitazioni i momenti poetici del suo animo: piuttosto, è come se tastasse il terreno e volesse prepararci, con pudore e modestia, a quello che vuole dirci. É una scelta originale ed efficace, anche dal punto di vista grafico perchè quella specifica tra virgolette, attira subito l’attenzione e rende il testo ricco di sfumature, ostentando un dualismo immateriale tra il Poeta e l’animo (l’io) dello stesso, lasciando a noi, poi, la possibilità di comprendere come le sensazioni, gli afflati poetici, siano realizzati in una impalpabile atmosfera di introspezione che dice e non dice, pare tenera e comprensiva, ma d’improvvio diventa dura e ferma in una condanna che è, anche, speranza e desiderio di assoluzione.
E qui, si rivela un’altro interessante aspetto della poetica di Alfredo Sfilio: proprio lui che conosciamo come animo permeato dalla Fede e cristiano osservante, ci dice, senza parere:
la speranza, risponde è trovare la/ giusta strada,/ andare all’incontro con Dio, purgato/ di preghiere,/ fare in tempo ora che l’eterno aldilà,/ si può ancora dire, non sia/ né tuo né mio.
È, in sintesi, la splendida visione che Sfilio ci regala e che vediamo come il suo programma che, però, è espresso dal ‘mio io’, che risponde ad una tacita interrogazione che si fa poesia.
Ed è in questo percorso, sempre ben calibrato e gestito con armonico amore per la Poesia, che ci accompagna Alfredo, una sorta di Virgilio (che è poi il ‘mio io’ di Dante) che vuole esporci la sua idea sulla Luce del Mondo con fare quieto e distaccato, proprio per rispettare, fino all’ultimo, l’idea del Libero Arbitrio che non va mai sottaciuta. Del resto, la formula è sintetizzata dallo stesso autore che ci consiglia: Ti sia come memoria ricordare, /d’essere/ accorto nel tuo scrivere, dice/ il mio “io”, ora/ che il senno dell’età ti è più vicino./ Ricerca te stesso, dice,/ nutrito e dissetato del tuo/ “credere”,/ cerca liturgia di parole che già hai/ nel cuore,/ scrimoli di luce che illuminano/il tuo “cristiano” che, devi/ al tuo Signore.
Non sorprenda, poi, il saltuario uso, da parte di Alfredo, di termini colti e desueti che brillano, improvvisi, a ravvivare la composizione: ‘impaniati’, ‘scrimoli’, ‘piangevoli’ sono evidenti esempi.
Il libro è presentato sabato 29 novembre all’ex convitto Palmieri, Museo della Stampa, in Piazzetta Carducci a Lecce. Con la specifica che il ricavato della vendita sarà devoluto per il restauro e rifacimento totale del centro Caritas ”Matteo 25” a Lecce, nel rione Santa Rosa, dove officiava il rito domenicale l’allora parroco don Salvatore De Giorgi.
La serata è animata dal Gruppo Teatrale ‘Sotto mentite spoglie’ con Daniele D’Attis, Mina Giannotta, Nicola Garrisi, Enzo Pagliara, Maurizio Pepe.



























