“Tutti i parenti di Babbo Natale”. MANUELA CONGIU JANABELLA CI PARLA DEL SUO LABORATORIO E DI ANTICHE LEGGENDE

| 8 Dicembre 2025 | 0 Comments

di Cristina Pipoli ____________

“Dicembre è un mese che raccoglie molti miei interessi. Si trova proprio al centro del periodo dei doni, cosa di cui io sono molto appassionata”.

Di nuovo in Sardegna, di nuovo con la educatrice Manuela Congiu Janabella.

D- Sciamanesimo e periodo natalizio. Cosa ci può dire al riguardo?

R- “In diversi periodi dell’anno, compresa la notte di Natale, i segnatori e le segnatrici (cioè i guaritori tradizionali) hanno l’opportunità di passare le preghiere e i rituali per aiutare le persone”. 

D- Prima dell’avvento del Natale cattolico cosa accadeva in Sardegna?

R- “Prima del Natale cattolico si festeggiava, così come in tutta Europa, il cambio della stagione con il solstizio d’inverno. Se pensiamo a come si viveva in quei tempi è facile capire come mai dal periodo dell’autunno, a partire con is Animeddas e Halloween sino all’Epifania, si va a manifestare un susseguirsi di feste del dono fatte in modo che chi raccoglieva di più poteva donare a chi raccoglieva di meno”. 

D- E’ da queste antiche usanze che nasce il suo laboratorio?

R- “Sì, da queste usanze nasce il mio laboratorio dal titolo “Tutti i parenti di Babbo Natale”. Al suo interno racconto le varie feste del dono e i loro personaggi leggendari e divini che muovono nelle persone il senso di dare e ricevere Doni”.

D- In concreto lei cosa fa durante il laboratorio?

R- “Racconto le storie di queste figure e ne mostro le iconografie tipiche. Poi ogni bambino e bambina sceglierà un’immagine del personaggio che gli è piaciuto di più da colorare e decorare con materiali di riciclo e si porterà a casa il lavoretto che gli ricorderà la sacralità dal donare”. 

Adoro intervistare Manuela, e raccontare  della sua scuola ‘Come la Fenice’. Essendo un’educatrice come me; posso garantire che la passione, la determinazione e la tenacia non le mancano. Questo laboratorio educa i piccoli partecipanti al valore culturale e storico dello scambio dei doni. I doni natalizi emergono in diverse tradizioni, il laboratorio stimola la creatività permettendo ai piccoli di scegliere e decorare l’immagine del loro personaggio preferito con materiali di riciclo. Inoltre promuove riflessioni sul senso del dare e ricevere. Crea un ricordo tangibile, il lavoretto completato, da portare a casa. Insomma il messaggio della sacralità e della gioia insite nell’atto del dono viene lasciato come messaggio educativo.

In sintesi, l’obiettivo è tramandare il senso autentico e altruistico del dono, al di là dell’aspetto puramente consumistico a cui siamo abituati da anni in questo periodo….Basta vedere come siamo bombardati nei super mercati di oggetti spesso anche inutili: è così bello riutilizzare e rispettare l’ambiente.

D- Qual è il dolce tipico del suo paese?

R- “Nel mio paese si fa un dolce tipico che è solo di Villaputz. Si chiama ‘cixirau’, un dolce fatto di ceci, semola, miele, succo d’arancia e varie spezie con le varianti delle ricette delle varie famiglie. Io solitamente li preparo piccolini, ne faccio diversi e li porto ai parenti e agli amici”.

D- Tutti pensano che il primo portatore di doni sia stato Babbo Natale. E così?

R- “Vi stupirà sapere che il primo portatore di doni della storia era in realtà una donna…”

D- Dalla foto traspare calma e pace. Dove si trova?

R- “Questa sono io al Tempio Domu de Orgia a cui sono particolarmente devota”.

Il Tempio di Domu de Orgia si trova in Sardegna, esattamente nel territorio del comune di Esterzili. Vanta un importante sito archeologico risalente all’età nuragica, in particolare alla prima metà del secondo millennio a.C. La sua caratteristica è quella di essere un tempio a mégaron, di forma rettangolare e allungata: è considerato uno dei più importanti di questa tipologia nell’isola.

Anche se è molto antico; si trova in un buono stato di conservazione. L’edificio è racchiuso all’interno di un recinto sacro di forma ellittica. 

Questo tempio ha un forte legame con il solstizio d’inverno e quindi con il Natale; perché, come altre strutture preistoriche, è allineato in modo tale da indicare il punto in cui il sole sorge durante il solstizio d’inverno. È questo allineamento che suggerisce il legame con antichi culti solari o cerimonie legate alla rinascita della natura. Questa è una tradizione comune in molte civiltà pagane, compresi i riti che hanno preceduto e influenzato la festa del Natale cattolico.

LA RICERCA nel nostro articolo del 1 novembre scorso

Category: Costume e società, Cultura

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