APERTO A LECCE IL RISTORANTE Alimenta Bistrot

| 13 Novembre 2022 | 0 Comments

ULTIMA REALIZZAZIONE DI UN AMBIZIOSO QUANTO MERITORIO PROGETTO CHE VUOLE UNIRE ASSISTENZA, SOCIALITA’ E CULTURA ALIMENTARE. A leccecronaca.it LO HA RACCONTATO IN ESCLUSIVA IL DIRETTORE FABIO GARRISI

di Dario Fiorentino ______ 

Ieri a Lecce, in via Egidio Reale 61/A, è stato inaugurato il ristorante Alimenta Bistrot, attività di punta del Manifesto del Welcome Social Food, volto ad incentivare e a promuovere -come recita lo stesso manifesto- “l’accoglienza diffusa delle persone vulnerabili, l’agricoltura coesiva, l’artigianato inclusivo, il turismo lento e responsabile, la diffusione di energie da fonti rinnovabili, il contrasto alle finanze speculative e al gioco d’azzardo in particolare”.

L’apertura del bistrot a Lecce segue le precedenti aperture avvenute a Benevento e a Milano.

Cos’è precisamente Alimenta?

È una iniziativa dietro alla quale esiste una vasta costellazione di attività economiche e sociali che risponde al nome di Consorzio Sale della Terra.

Cosa sia, come nasca e come operi il consorzio ce lo ha raccontato direttamente Fabio Garrisi (nella foto), direttore responsabile di Sale della Terra in Salento e già tra i fondatori del consorzio a Benevento, nel 2016:

“la nostra iniziativa si propone come una rete di economia civile a livello nazionale, dove il termine ‘economia’ deve intendersi nella sua accezione più nobile, nel senso di un’attività volta alla “generatività”, un altro concetto chiave intorno al quale ruota il nostro lavoro, finalizzato a venire incontro alla fragilità di determinati soggetti e volto al loro inserimento o reinserimento lavorativo”

Circa le modalità operative del consorzio, il direttore ci conduce alla scoperta di una realtà profondamente radicata nei territori in cui è presente e strutturata in maniera particolare, dal momento che valorizza e ottimizza le più svariate competenze messe a frutto nelle cooperative sociali che, unendosi, hanno dato vita a Sale della Terra:

“cooperative sociali come Il Melograno, Delfini della Terra, La solidarietà, ma anche agricole come ad esempio la cooperativa Lentamente, si occupavano già in collaborazione di vari aspetti che sono al centro del progetto e delle attività del nostro consorzio”.

E allora?

E allora ad un certo momento abbiamo avvertito l’esigenza di unire le forze affinché l’attività economica potesse essere sociale e viceversa, ponendo la mutualità a nostro obiettivo e creando un unico soggetto giuridico in grado di gestire efficacemente il trattamento delle fragilità e del disagio sociale.

Il nostro consorzio infatti si avvale di varie figure professionali che agiscono nel campo socio-economico attraverso progetti personalizzati ed equipe di ascolto che puntano a superare la barriera della vulnerabilità, si tratti di persone in stato di indigenza, disabili o migranti, per cogliere le loro reali esigenze, non soltanto sfruttando le condizioni che offre un determinato territorio, ma creandole anche laddove manchino”.

Ed è così che l’attività di Sale della Terra ha portato a far sorgere un albergo in Campania, oppure una pasticceria ed ora la terza inaugurazione del Bistrot Alimenta; l’idea è antica e innovativa allo stesso tempo, visto che, continua Garrisi

“Alimenta è uno strumento d’azione escogitato già nell’antichità dall’imperatore romano Traiano, il quale l’aveva istituito per raccogliere viveri da distribuire ai bambini poveri delle campagne dell’Impero; una sorta di prototipo di Welfare rurale e non è un caso se il Bistrot aperto a Benevento si trovi proprio sotto l’arco dedicato a Traiano.

L’idea di riesumare e rivitalizzare il principio di Alimenta serve proprio a questo, per convertire la fragilità in forza e professionalità, per far sbocciare l’agio dal disagio, proponendo un Welfare di prossimità strettamente connesso all’incedere dell’economia reale, anzi, proprio per un’economia quanto più vicina possibile alle esigenze dei cittadini”.

Un Welfare dell’unione dunque e non della separazione, della disintegrazione molecolare delle individualità che di questi tempi erode progressivamente i legami di solidarietà tra i cittadini, un Welfare che si estende anche al progetto collaterale del “Welcome” nei piccoli comuni a rischio di spopolamento, desertificazione, abbandono.

Perché investire risorse ed energie per intraprendere un’iniziativa come Alimenta a Lecce?

“Sono consapevole che i ristoranti dove si mangi bene non manchino, come pure che ci siano altre situazioni di mondanità e di aggregazione; intraprendere un’attività come la nostra in una grande città come Milano oppure in un capoluogo vivace come Lecce è sempre complicato, ma se lo facciamo è per far circolare un messaggio ben preciso che si ispira al principio secondo il quale il cibo è buono se è condiviso e se è il risultato di un’attività innervata da uno spirito che è quello che persegue la realizzazione del bene comune e del superamento collettivo di certe situazioni personali difficili”.

E quali sono le prospettive di sviluppo future?

In prospettiva vogliamo dimostrare acnhe che l’inserimento o il reinserimento lavorativo non solo è possibile, ma è anche fattibile nel rispetto di determinati principi etici e della valorizzazione di certi luoghi; la gente non deve sceglierci soltanto perché il cibo è buono o è sano, ma per tutto il lavoro e l’impegno che hanno portato a produrlo oltre che per l’impatto suggestivo dei posti in cui abbiamo scelto di operare. Bellezza e Welfare possono e devono andare di pari passo”.

Alimenta è dunque un messaggio di coesione e di sostenibilità, veicolato dal cibo che in questo caso assurge a metafora di riscatto come anche di lotta agli sprechi e all’inquinamento, incoraggiando una produzione ecologica, in linea con quanto offre la natura nell’avvicendarsi delle stagioni, minimizzando al massimo l’impatto inquinante delle filiere di trasporto, creando e ponendo a contatto artigiani della cucina e dell’agricoltura ecologica, sempre nel rispetto delle tradizioni locali come pure del principio della coesistenza di queste con le tradizioni e gli usi di altre culture gastronomiche, nella convinzione che la trasformazione dello svantaggio e del disagio personale in un’impresa sociale orientata al bene comune sia immune dai discorsi relativi alle frontiere o alle barriere razziali, etniche o religiose.

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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