SAN GIOVANNI DI FUOCO A LUPOMONACO DI VEGLIE, UN INCENDIO DISTRUGGE SEI ETTARI DEL PARCO NATURALE

| 26 Giugno 2025 | 0 Comments

di Fabio Coppola __________

Era festa a Veglie. Giorno di fede, socialità, di luci e musica… Ma non c’era aria di festa nel cuore di qualcuno. A Lupomonaco non c’è San Giovanni che tenga. Brucia ancora Lupomonaco. Stavolta le fiamme sono partite da vicino. Andati a fuoco approssimativamente sei ettari di macchia mediterranea.

Nella penultima provincia italiana per superficie boscata, non c’è posto per bosco e macchia.

Percorso dal fuoco anche l’impianto realizzato con le cento giovani querce donate al Comune di Veglie dal Reparto Biodiversità dei Carabinieri Forestali di Martina Franca.

In autunno vedere le immagini delle scolaresche, dei carabinieri in sella ai cavalli murgesi, aveva fatto sperare nella legalità. Invece era solo un’illusione. Non c’è pace tra i lentischi, non c’è tregua a Lupomonaco.

In un’area a rischio di desertificazione come il Salento, non c’è posto per gli ultimi ettari di bosco e macchia mediterranea.

“Cui prodest?” Se lo chiedevano gli antichi romani, quando volevano scoprire l’autore di un delitto. “A chi giova?” Ancora la vecchia pratica di rinnovare il pascolo con il fuoco? Chi ha interesse nell’appiccare il fuoco?

Come spesso avviene, un comportamento individuale danneggia l’interesse della collettività.

In una terra senza alberi, bisognosa di ombra e ossigeno, non c’è posto per bosco e macchia mediterranea.

Che le Istituzioni diano una risposta forte.

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L’APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 16 giugno scorso

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Category: Costume e società, Cronaca

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