RECENSIONE E ANALISI DELL’AUTORE MIMMO SCAPATI SU ”Intrecci”

| 29 Settembre 2025 | 0 Comments

di Cristina Pipoli _______________

“La protezione si comporterà come fa la tarantola quando si muove su una ragnatela realizzata con fervida intelligenza: scriverò che la Mafia è liquida perché si è introdotta operativamente in tutte le intercapedini della società che lavora nello Stato legittimo.”

Intrecci è questo il libro che ha scritto Mimmo Scapati nel 2022.

L’introduzione è del manoscritto  è dedicata ai giovani che crederanno nel Valori dell’onestà de della dignità, nell’impegno sociale e nella lotta al crimine nel nome di Falcone e Borsellino, simboli decapitati, a tutti coloro che, nell’adempimento del proprio lavoro, sono stati uccisi dalla Mafia, dai Poteri nelle mani dei vigliacchi della manipolazione, a chi si batte per un mondo migliore, a chi cerca la verità.

Il termine Mafia deriva dall’arabo mahys (spavalderia, vanto aggressivo) o da marfud (reietto)

La sensibilità dello scrittore emerge ricordando subito:

-Giuseppe Francese, quart’ultimo figlio di Mario suicidatosi a 36 anni, il 3 settembre 2002 , dopo che venne resa giustizia al padre ucciso nel 1979.

-Il maresciallo dei Ros Filippo Salvi, 36 enne Carabiniere morto mentre piazzava una telecamera per catturare Messina Denaro, chiamato l’Ultimo dei Corleonesi.

Non  mancano sfogliando il libro, frasi toccanti di grandi uomini che hanno combattuto questo sistema corrotto, tra queste spicca quella di Peppino Impastato:<<Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative.>>

Nel ricordare, lo sguardo poi si sposta sul piccolo Giuseppe Di Matteo, strangolato e ucciso nell’acido l’11 gennaio 1996.

Date ed eventi storici permetteranno di capire che cosa è accaduto e come ricostruire la storia di questo fenomeno che ormai si è esteso a livello internazionale.

 Il 6 gennaio 2023 il pluriomicida Matteo Messina Denaro finisce nelle mani della giustizia.

M intesa come mafia e massoneria, ma anche P come potere e potentati, entrambi organizzati  come sistema infiltrati nella società che conta, nell’economia legale e illegale, nei poteri dello Stato per procurarsi affari economici e finanziari.

Come si può spiegare alle gnerazioni future che cos’è la Mafia? È tutto quello che scalzerà gli imprenditori e i funzionari onesti con le minacce per impadronirsi della ricchezza. La maggior linfa sarà trattata dalle estorsioni e dai commerci illegali, la cui materia prima è la droga, la causa di tutto ciò sarà la politica che proteggerà i delinquenti che corrompono, rubano, eludono ed evadono tributi, uccidono le libertà e il mondo sociale.

Come poter spiegare che ci sono dei movimenti che la finanziano? Osservare le mosse del governo che cancellando il 41/bis del Codice Penale verrà smantellato perché la mafia seppellirà, non credo per sempre, la sua cruenta battaglia contro lo Stato: è brava nell’inquinare al meglio le prove, nel depistare chi la combatteva, nel portare avanti trattative e intrecci per compiere loschi affari. Saranno molto i casi di mafia irrisolti così pure quelli di delinquenza affaristica, mai perseguitati con il senso della vera giustizia.

La cultura mafiosa si fa strada trovando spazio concreto tra l’ipocrisia dei politici e quella fattiva dell’imprenditoria che preferisce pagare le Mafie governate dai potentati per godere dei servizi utili alle loro attività anche se in apparenza legali.

Bisogna stare attenti quando leggiamo che ci sono dei falsi miti, guardate il caso dei briganti, degli assassini verranno scritti e letti libri dove il Male sarà visto come faccia di una medaglia del Bene. Il male maggiore sarà nei divari sociali e nelle disuguaglianze fino a che i ricchi sfruttano i poveri riducendoli in schiavitù servendosi della mana politica. Esiste la mafia bassa quella popolare che continua la sua missione da estorsore e corruttore e quella alta insediatasi nella borghesia .

Il cittadino onesto che osserva le leggi è sempre più solo, chi invece  specula ha protezione e si arricchisce. Si vive in un mondo che fa guerra alla sessualità libera definendola senza etica e orale ma non si riesce a fare guerra ai corrotti o mafiosi che non fanno prevalere il bene e il senso comune.

La Mafia il cui nome è stato attribuito alla fine del 900’ nasce in tempi lontani: tra l’alto è il basso Medioevo. Nasce primariamente come oggetto di vigilanza e protezione, in Calabria se ne ha traccia a partire dal ‘XI sec.

Prenderà possesso del territorio di tutto il Sud  entrando in collusione violenta  per la spartizione dei suoi feudi, il salto di qualità lo farà con l’emigrazione meridionale  negli Stati Uniti d’America agli inizi del XX sec, assumendo un ruolo importante  nell’immigrazione clandestina

Le mafie dei piani inferiori, quelle basse, continueranno nei loro loschi traffici ed estorsioni utilizzando becere forme di violenza psichica e fisica, quelle dei piani superiori  si organizzeranno per conquistare poteri anche istituzionali. Lo fanno permettendo di mettere al potere veri e propri organismi associativi al servizio dei civili di chi vuole fare politica o comando. L’obiettivo di ogni “cupola alta” sarò quello di collocarsi nelle vette di potere per legittimare o delegittimare leggi.

comportamenti giudiziari, decisioni sulle economie produttive e sulla finanza, commerci e traffici.

Ci sarà anche la mafia di medio livello, quella che fa da canovaccio tra quella invisibile e la manovanza bassa

Si creeranno potentati che decideranno della vita sociale e culturale delle nazioni, delle economie e spartizioni, mettendo in difficoltà quelle deficitarie come l’Italia.

Secondo lo storico senese Salvatore Lupo il termine Mafia, in origine, sarebbe stato reso noto da uno dei maggiori etnologi dell’800, il palermitano Giuseppe Pitrè secondo il quale il termine era già noto in Sicilia prima dell’Unione d’Italia come: sinonimo di bellezza e mafiusedda un aggettivo che definiva una ragazza fiera e bella, poi prese questa accezione positiva per assumerne un’altra negativa più vicina a malandrinaggio.

Nel XX SECOLO, prima della seconda guerra di mafia, c’era chi osannava le mafie perché toglievano ricchezza ai ricchi per trasferirla ai poveri. Pochi saranno coloro che eletti al Parlamento resteranno noti per l’essere stati veri assenteisti, retribuiti con il soldo lavorato e sudato dai cittadini delle Nazioni, molti invece i parlamentari impotenti e incapaci dell’emanare una legge contro il “conflitto di interessi”dei potentati al governo. Molto bravi saranno coloro che invece approveranno leggi “ad personam” per godere dei migliori benefit a proprio favore.

Grandi proprietà nelle mani di pochi che genereranno nei secoli lotte di accaparramento: alla base di tutto, comunque, sempre le disuguaglianze di ricchezze, la cultura nella mano di pochi, lo sfruttamento degli uomini, donne, bambini o così via.

Dietro le mafie e il loro potere, e la loro ricchezza, la violenza, l’affamamento della gente oiù povera.

L’Italia annovera, tra le principali, quella siciliana con “Cosa Nostra”, quella calabrese con la “Ndrangheta”, quella campana con la “Camorra”, quella pugliese con la “Sacra Corona Unita”. Tutte catalizzanti un preciso territorio unito.

Gli affiliati della mafia conoscono bene il codice d’onore, non rispettandoli vengono uccisi.

Verso la fine del periodo della denominazione spagnola, XVIII sec. Nascerà la setta dei Giustiziaeri di Beati Paoli, fondata per difendere il popolo oppresso dalle ingiustizie.

La mafia indentificata in “Cosa Nostra”, una tra le peggiori organizzazioni criminali, per certi periodi, si distinguerà per le sue tecniche di uccisione.

Colletti bianchi indisturbati opereranno nella nostra società civile ormai del tutto frammentata nelle idee. Nasceranno tante cupole mafiose nel tempo che avranno i seguenti nomi: La Santa, La Fenice, Roma Capitale e così via.

Category: Cultura, Libri

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