QUATTRO PERSONE INDAGATE PER UN PARCHEGGIO ABUSIVO REALIZZATO A TRICASE PORTO IN AREA PROTETTA

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Quattro individui – il proprietario del terreno, il responsabile tecnico del cantiere e due imprenditori alla guida della ditta incaricata – sono stati denunciati alla Procura di Lecce per aver eseguito lavori irregolari finalizzati alla creazione di un parcheggio pubblico nella marina di Tricase Porto. L’intervento, avviato in una zona soggetta a vincolo paesaggistico, avrebbe infatti violato in modo evidente le condizioni previste dalle autorizzazioni rilasciate dal Comune.
Le verifiche condotte dai Carabinieri Forestali della stazione di Tricase hanno evidenziato che la deroga concessa in base al “decreto coesione” del maggio 2024 – poi convertito in legge a luglio dello stesso anno – consentiva esclusivamente opere temporanee e non permanenti, destinate a facilitare la gestione del traffico turistico estivo. In particolare, la normativa imponeva l’obbligo di preservare l’integrità del paesaggio e di ripristinare lo stato originario dei luoghi al termine della stagione.
Secondo quanto accertato, però, nell’area soggetta alle tutele del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale e posta nei pressi di una zona boscata e del Parco Naturale Otranto-Leuca, sarebbero stati compiuti interventi ben più invasivi: estirpazione della vegetazione spontanea, compresi alberi e arbusti della macchia mediterranea, livellamento del suolo agricolo e posa di materiale stabilizzato per realizzare un ampio piazzale con stalli delimitati.
La gravità delle modifiche, di natura irreversibile, ha portato i militari a contestare la trasformazione permanente del terreno, incompatibile con il carattere temporaneo previsto dalla legge. L’azione dei Carabinieri Forestali rientra nel più ampio progetto di controllo territoriale denominato “Operazione Another Brick”, mirato a individuare e reprimere abusi edilizi e violazioni delle norme di tutela ambientale che, negli ultimi mesi, si sono moltiplicate in diverse aree del Basso Salento, anche grazie all’impiego di droni ed elicotteri per monitorare dall’alto le aree più sensibili.
Le indagini proseguono per chiarire ulteriormente le responsabilità dei soggetti coinvolti e valutare eventuali ulteriori irregolarità.
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