IL NATALE SECONDO RAFFAELLA SANTORO, SCRITTRICE E MEDIATRICE FAMILIARE

di Cristina Pipoli ___________
“Il Natale per me è il tempo della speranza: perché è il tempo in cui sappiamo che non tutto quello che viviamo è eterno; che le difficoltà si possono superare; che c’è un Dio che ci guarda, che ci ama e che è morto per noi e che vuole che noi viviamo felici e sereni senza perdere mai la Speranza. Dobbiamo soltanto fare un piccolo atto di umiltà e chiedere il Suo Aiuto”.
D- Come è nata l’idea di fare la mediatrice familiare?
R- “Dentro di me non so come, ma c’è sempre stato il desiderio di fare qualcosa di buono per aiutare chi vive in difficoltà. Allora avevo deciso di fare la psicologa. A Napoli dove vivevo non c’era la facoltà di Psicologia e quindi mi iscrissi alla Facoltà di Lettere e Filosofia, perché all’epoca era equipollente a Psicologia. Prima di laurearmi scoprii che avevano tolto questa possibilità. Rimasi col desiderio profondo di fare un lavoro che potesse aiutare e allora trovai la specializzazione in mediazione familiare. Me ne innamorai perché era possibile imparare ad aiutare a migliorare la comunicazione e ristabilire dialoghi efficaci tra marito e moglie, tra genitori e figli”.
D- Cosa vuole dirci dal punto di vista cristiano sul periodo natalizio?
R- “Dal punto di vista cristiano voglio dire che il Natale è il tempo in cui possiamo posare lo sguardo su una famiglia, quella di Nazareth, in cui c’è davvero l’amore in tutte le sue fasi. Guardare a questa Famiglia significa ritrovare la speranza perché quel Bambino che nasce è quel bambino che salva tutti noi e si sacrifica per amore nostro fino alla morte”.
D- Con l’uso della penna media su alcune tematiche?
R- “Come scrittrice voglio dire che la mia penna può essere messa a disposizione proprio per aiutare le coppie in difficoltà a trovare soluzioni comunicative serene ed efficaci ed è questo il motivo che mi ha spinto a iniziare un nuovo progetto editoriale”.
D- Il mediatore famigliare è utile solo per le separazioni?
R- “La mediazione familiare nasce per aiutare le coppie che si stanno separando e per aiutare a separarsi serenamente. Proprio in virtù del fatto che ci sono dei figli e che si è genitori per sempre. C’è, però, una branca della mediazione che si occupa anche di ricostruire rapporti sereni indipendentemente dal desiderio di separarsi e io mi ritrovo perfettamente in questo filone”.

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