A UGENTO, DOPO VENTISEI ANNI, UNA NUOVA SEGNALAZIONE RIACCENDE IL CASO DI ROBERTA MARTUCCI

di Flora Fina ____________
Più di un quarto di secolo dopo, il nome di Roberta Martucci torna a circolare, accompagnato da domande mai sopite e dalla tenacia di una famiglia che non si è mai rassegnata. La ragazza di Torre San Giovanni, marina di Ugento, svanì nel nulla il 20 agosto del 1999. Oggi, un racconto rimasto per anni in silenzio potrebbe fornire elementi inediti su una delle sparizioni più misteriose del Salento.
Tutto nasce da una testimonianza che si è affacciata solo di recente. Dopo aver letto un post sui social della giornalista Irene Vella, una donna ha ripensato a ciò che aveva osservato, senza darvi peso all’epoca: strani movimenti e un odore insopportabile proveniente da una zona di campagna lungo la litoranea tra Gallipoli e Ugento, proprio nei giorni della scomparsa di Roberta. Un fatto che, secondo quanto riferito, non venne mai approfondito dalle autorità.
La testimone ha deciso di rivolgersi all’avvocata Valentina Presicce. Con lei, l’avvocato Salvatore Bruno, la criminologa Isabel Martina e Lorella Martucci, sorella di Roberta, hanno effettuato un sopralluogo nell’area indicata. Ciò che hanno trovato ha sorpreso tutti: la zona sarebbe rimasta quasi invariata dal 1999, come se il tempo si fosse fermato.
Alla luce di questa circostanza, i legali hanno depositato un documento in Procura, chiedendo di avviare scavi mirati lungo quel tratto di strada provinciale per verificare eventuali tracce utili.
La voce di Lorella, in questi anni, non si è mai spenta. «Spero che questa segnalazione possa finalmente aprire uno spiraglio. Non ho mai smesso di cercare mia sorella», ha dichiarato, trattenendo l’emozione.
Lorella aveva parlato di recente anche del caso di Tatiana Tramacere, rimarcando come oggi la macchina dei soccorsi e delle ricerche sia rapida ed efficiente, molto diversa da quella che si mosse per Roberta. Felice per il lieto fine della vicenda Tramacere, ha tuttavia sottolineato quanto la notorietà e la presenza online possano orientare interessi e priorità, tema su cui riflette da anni.
Per la sorella di Roberta non dovrebbero esistere sparizioni di serie A e di serie B. «Chiusa una storia, bisogna ricordare l’altra. Mia sorella merita di essere cercata ancora», ha detto.
Ogni segnale nuovo porta con sé due sentimenti opposti: dolore, perché riapre una ferita mai guarita, e speranza, perché potrebbe nascondere la chiave di una verità rimasta sepolta troppo a lungo. Roberta, inghiottita dal silenzio nel 1999, attende ancora una risposta.
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