Gli istituti di credito pugliesi chiudono i “rubinetti”

| 16 Aprile 2013 | 0 Comments

«Tagliato» un miliardo 264 milioni di euro di impieghi a scapito di famiglie, imprese, enti pubblici e privati.

 Bari, 12/04/2013 – Gli istituti di credito pugliesi chiudono i “rubinetti”. Hanno «tagliato» un miliardo 264 milioni di euro di impieghi a scapito di famiglie, imprese, enti pubblici e privati.

Si tratta della somma di tutti i finanziamenti erogati dalle banche alla clientela. Sono compresi mutui, scoperti di conto corrente, prestiti contro cessione di stipendio, anticipi su carte di credito, sconti di annualità, prestiti personali, leasing, factoring, altri investimenti finanziari (per esempio, commercial paper, rischio di portafoglio, prestiti su pegno, impieghi con fondi di terzi in amministrazione), sofferenze ed effetti insoluti e al protesto di proprietà.

 

E’ quanto emerge da un report del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato i dati della Banca d’Italia. In un anno, da gennaio 2012 a gennaio scorso, gli impieghi sono diminuiti del 2,2 per cento: da 57 miliardi 862 milioni di euro si scende a 56 miliardi 598 milioni. Una riduzione apparentemente modesta, ma che pesa come un macigno sull’economia reale e sui bilanci di famiglie ed aziende.

 

In dettaglio, il 51,6 per cento dei finanziamenti è stato erogato alle famiglie (29,2 miliardi), il 41,8 per cento alle imprese (23,6 miliardi), il 5,7 per cento alle amministrazioni pubbliche (3,2 miliardi), lo 0,4 per cento ad istituzioni senza scopo di lucro (242 milioni) e lo 0,5 per cento a società finanziarie (256 milioni).

 

In particolare, i finanziamenti delle famiglie (consumatrici e produttrici) sono diminuiti del 2,2 per cento (da 29,8 a 29,2 miliardi). La causa principale è la forte contrazione di nuovi mutui.

Le società cosiddette non finanziarie, cioè le imprese che producono beni e servizi, vedono ridursi i prestiti dello 0,8 per cento (da 23,8 miliardi a 23,6 miliardi).

Le società finanziarie, compresi gli intermediari, invece, registrano un vero e proprio crollo: meno 35 per cento (da 394 a 256 milioni).

Calano pure gli impieghi a favore della pubblica amministrazione. Nello stesso periodo, sono scesi del 6,6 per cento (da 3,4 a 3,2 miliardi).

Stessa sorte per le istituzioni senza scopo di lucro che «perdono» il 15,2 per cento dei prestiti (da 286 a 242 milioni).

 

«Il sistema bancario – dice il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza – dovrebbe favorire la ripresa. Invece, non eroga i mutui alle famiglie e continua a restringere l’accesso al credito per le imprese. Eppure – aggiunge il presidente – proprio le banche hanno beneficiato di importanti interventi pubblici di sostegno, finalizzati a fornire la liquidità necessaria per scongiurare il rischio di default, ma sono anche state destinatarie di interventi indiretti di sostegno al rafforzamento del proprio capitale. Il paradosso – spiega Sgherza – è che l’enorme quantità di denaro prestata dalla Banca centrale europea alle banche italiane non ha mai raggiunto le imprese e le famiglie, rivelandosi uno strumento inefficace per innescare la ripresa. Le banche, contrariamente a quanto andava fatto, hanno preferito investire il denaro preso in prestito a buon mercato sui mercati finanziari che garantivano buoni interessi e rischi limitati, piuttosto che metterlo a disposizione di imprese e famiglie».

 

Per il presidente, «occorre intervenire con immediatezza, adottando tutte le misure e i provvedimenti volti a fa ripartire l’economia reale».

 

 

Credito agevolato

Ad aprile il tasso sale al 4,48 per cento

in rialzo dello 0,2 per cento rispetto al mese precedente

 

Dopo sette mesi consecutivi di discesa, ad aprile, il tasso riprende a salire. Si interrompe, così, la diminuzione del parametro di riferimento per il credito agevolato ad industria, commercio, artigianato, editoria, industria tessile. Il tasso si attesta sul valore di 4,48 per cento, con un aumento dello 0,20 per cento rispetto a marzo (4,28 per cento).

Analisi degli impieghi nelle sei province pugliesi

Bari. Ha erogato ben il 41,6 per cento degli impieghi complessivi, ma registra una flessione dell’1,8 per cento. Un calo comunque sotto la media regionale (-2,2 per cento). I finanziamenti sono scesi da 23,9 a 23,5 miliardi di euro.

 

Barletta-Andria-Trani (Bat). Registra la stessa contrazione di Bari (-1,8 per cento). I volumi, però, sono decisamente più bassi (4,5 miliardi). Corrisponde all’8 per cento del totale regionale.

 

Brindisi. Gli istituti bancari hanno prestato una cifra superiore ai 4 miliardi di euro, in calo del 3,5 per cento. Equivalgono al 7,2 per cento degli impieghi complessivi.

 

Foggia. Da poco più di 9 miliardi a 8,8: il decremento è del 2,7 per cento. Corrisponde al 15,6 per cento del dato regionale.

 

Lecce. I prestiti sono diminuiti dell’1,1 per cento. Una percentuale più bassa della media regionale. Rappresenta uno spicchio del 15,5 per cento nella «torta» pugliese.

 

Taranto. E’ la provincia più penalizzata in Puglia. Gli impieghi sono calati del 3,9 per cento (da poco più di 7 a 6,7 miliardi). Equivalgono al 12 per cento del totale regionale.

Grafico degli impieghi nelle sei province pugliesi

Tabelle riepilogative

 

IMPIEGHI IN PUGLIA

gennaio 2012

gennaio 2013

Var.%

Quota su tot.
       

 

Famiglie

29.858,618

29.198,663

-2,2%

51,6%

Società non finanziarie

23.833,307

23.643,144

-0,8%

41,8%

Amministrazioni Pubbliche

3.485,425

3.254,208

-6,6%

5,7%

Istituzioni senza scopo di lucro

285,988

242,544

-15,2%

0,4%

Società finanziarie

394,837

256,659

-35,0%

0,5%

Unità non classificate

4,440

2,815

-36,6%

0,0%

       

Totale

57.862,615

56.598,033

-2,2%

100,0%

valori in milioni di euro

 

 

 

 

fonte: elaborazione Centro Studi Confartigianato Imprese Puglia su dati Banca d’Italia

IMPIEGHI

gennaio 2012

gennaio 2013

Var.%

Quota su tot.
 

 

 

 

 

Bari

23.989,647

23.564,261

-1,8%

41,6%

Barletta (Bat)

4.621,986

4.540,023

-1,8%

8,0%

Brindisi

4.210,842

4.064,378

-3,5%

7,2%

Foggia

9.093,157

8.851,878

-2,7%

15,6%

Lecce

8.886,973

8.790,467

-1,1%

15,5%

Taranto

7.060,010

6.787,026

-3,9%

12,0%

     

Puglia

57.862,615

56.598,033

-2,2%

100,0%

valori in milioni di euro

 

 

 

fonte: elaborazione Centro Studi Confartigianato Imprese Puglia su dati Banca d’Italia

Glossario (voce per voce):

  • Famiglie: il settore comprende le famiglie consumatrici (individui o gruppi di individui nella loro qualità di consumatori) e le famiglie produttrici (imprese individuali, società semplici e di fatto, produttrici di beni e servizi non finanziari destinabili alla vendita, che impiegano fino a cinque addetti). Pertanto, le risorse del settore sono costituite da redditi da lavoro dipendente e autonomo, da trasferimenti e da redditi da capitale e d’impresa.
  • Società non finanziarie: il settore comprende le società e le quasi-società private e pubbliche (tra cui le aziende autonome, le imprese a partecipazione statale, le aziende municipalizzate e consortili). Ne fanno parte anche le società in nome collettivo e in accomandita semplice, nonché le società semplici e di fatto e le imprese individuali con più di cinque addetti.
  • Società finanziarie: il settore comprende le società di finanziamento, le società di intermediazione mobiliare (Sim), le società fiduciarie di gestione, altri Organismi di investimento collettivo del risparmio, le associazioni tra banche e tra imprese finanziarie e assicurative, mediatori e promotori finanziari, agenti di cambio con più di un addetto.
  • Amministrazioni pubbliche: il settore raggruppa gli enti locali, articolati in enti territoriali (Regioni, Province, Comuni), aziende sanitarie locali e ospedaliere, istituti di cura a carattere scientifico e cliniche universitarie, enti assistenziali locali (università e istituti di istruzione universitaria, opere universitarie, istituzioni di assistenza e beneficenza, altri), enti economici locali (camere di commercio, enti per il turismo, istituti autonomi case popolari, enti regionali di sviluppo).
  • Istituzioni senza scopo di lucro: rientrano in questo gruppo gli enti ecclesiastici e religiosi; i partiti politici e le organizzazioni ausiliarie, come le associazioni giovanili associate a un partito politico; i sindacati; gli ordini professionali.

Category: Costume e società

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