L’AUMENTO DEI VIRUS INFORMATICI NEL 2014, LA DENUNCIA DELLO SPORTELLO DEI DIRITTI
Il crimine non va mai in vacanza, violenza, stupri, furti e malversazioni varie colpiscono sempre di più i cittadini che si rivolgono con maggiore frequenza alle forze dell’ordine. Uno dei crimini più odiosi sono senz’altro quelli informatici che violano non solo la nostra privacy ma sono anche in grado di svuotare i conti correnti dei malcapitati o rendere inservibile il nostro pc.
Abbiano ricevuto in redazione un comunicato stampa da parte dello Sportello dei Diritti di Giovanni D’Agata che traccia un quadro desolante riguardante l’aumento di questo tipo di reati : “Il numero di minacce informatiche è quasi triplicato in un anno. La scarsa consapevolezza fra gli utenti e gli attacchi di vasta eco mediatica, come il caso Sony, hanno reso il 2014 un anno nero per la sicurezza online. È la fotografia scattata dalla società di sicurezza “Panda”, che lo scorso anno ha rilevato 75 milioni di ceppi di malware, software che causa danni ai computer, più del doppio rispetto al 2013. Un altro studio, quello di Kaspersky, sottolinea invece che le donne sono meno attente e consapevoli rispetto agli uomini dei rischi del cyber-crimine. Dall’indagine della società, condotta globalmente in 23 Paesi, emerge infatti che solo il 19% delle donne è consapevole di poter essere vittima dei cyber-criminali, a fronte del 25% degli uomini. L’area più sicura è l’Europa, Svezia in testa, ed il tipo di malware più utilizzato è ancora il cosiddetto “cavallo di Troia”, programma che cerca di farsi passare come legittimo ma che una volta lanciato esegue azioni dannose come la sottrazione di dati o il danneggiamento dei sistemi. Ancora una volta, i dati forniti dalle società che si occupano di sicurezza informatica, al di là degli eventi di cronaca che ormai appaiono quotidianamente sui media a livello mondiali in relazione al cybercrime, fotografano la gravità della situazione in relazione ai rischi che i cittadini e le imprese corrono per il sol fatto di utilizzare la rete e che contribuiscono ad aumentare il sentimento diffuso che si trattino di problemi di sicurezza pubblica che le istituzioni internazionali e i governi hanno sinora sottovalutato o che addirittura hanno utilizzato per rendere più semplice il controllo sulle nostre vite come i recenti scandali emersi nel corso dello scorso anno hanno dimostrato. Ci auguriamo, quindi, che dopo che le agenzie di sicurezza sono state prese con le mani nel sacco, questo sia l’anno in cui la privacy ed il diritto a navigare sicuri in rete siano i fari guida dell’operato dei governi nella gestione di internet.”
Ho sempre avuto qualche dubbio in merito alla sicurezza informatica, perché i provider non hanno a monte un sistema di protezione adeguato ed anche perché quasi sempre i ‘cyber-criminali’ risiedono in paesi che non prevedono l’estradizione. Premunirsi con un buon antivirus non serve a molto se questo non viene costantemente aggiornato, e di virus ne escono una infinità ogni mese.
Viene spontaneo chiedersi allora ‘cui prodest’? Certamente converrà alle società informatiche che producono i programmi antivirus, tanto da fare insorgere il dubbio che dietro questi attacchi ci siano molte di queste società, ma è solo un dubbio, la certezza non la si potrà avere mai. E allora bisogna agire con la consapevolezza che sul web i malintenzionati non sono visibili e agiscono a nostra insaputa magari attraverso portali dalla veste gradevole ed accattivante, ed inoltre evitare quanto più possibile di acquistare on-line prodotti da siti non sicuri, una volta che avrete imprudentemente fornito i dati della vostra carta di credito è troppo tardi.
Chi se lo ricorda il film del 1983 ‘War games’? Anche li un ragazzino dotato di un notevole talento informatico rischiò di scatenare una guerra termonucleare globale grazie ad un virus con il quale cercando illegalmente giochi sul web finì per entrare nel sistema di difesa degli USA. Qui parliamo di molto meno per fortuna, ma bisogna chiedersi se per ciascuno di noi vedere danneggiato il proprio sistema o l’essere derubati di denaro e di identità non sia una vera e propria tragedia.
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