IL POPOLO DELLA SCUOLA SCENDE IN PIAZZA IN MANIERA UNITARIA E MASSICCIA CONTRO IL GOVERNO. I COMMENTI DI CRISTIAN CASILI, GIULIA SALINELLI, UNIONE UNIVERSITARI E STUDENTI MEDI, SERGIO FRACASSO E RICCARDO ROSSI ALLA MOBILITAZIONE DI OGGI

| 5 Maggio 2015 | 0 Comments

(Rdl)______Circa venticinquemila persone provenienti da Puglia, Basilicata e Calabria hanno sfilato questa mattina a Bari per protestare contro il disegno di legge sulla scuola del governo. Il corteo di docenti, partito da piazza Castello, si è incontrato con quello degli studenti partito da una piazza antistante all’università. “Renzi non esagerare, la nostra scuola non rovinare”, “Difendiamo la scuola perché non muoia” alcuni degli slogan. Molti docenti hanno creato e sventolato manifesti funebri.

Analoghe manifestazioni in altre sei città italiane, che hanno coagulato la protesta proveniente da tutte le regioni.

Lo sciopero nazionale ha avuto adesioni massicce, praticamente tutte le scuole pubbliche sono rimaste chiuse: era stato indetto, è un altro aspetto da segnalare, in maniera unitaria da tutti i sindacati del settore.

Diamo conto qui di tutti i commenti ricevuti, nell’ ordine in cui ci sono giunti in redazione.

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Cristian Casili, candidato del M5s al consiglio regionale della Puglia:

Il governo all’attacco della scuola pubblica. Il disegno di legge presentato dal governo presenta tante criticità ed è un attacco letale alla scuola pubblica.

Il Governo ha pianificato una sorta di scuola-azienda con presidi-manager che avranno un potere immenso, potranno scegliere gli insegnanti da una sorta di “panchina virtuale” chiamata Albo territoriale, dove gli insegnanti saranno inseriti. Da questi albi prenderanno i docenti per inserirli nelle loro scuole, ma non per sempre, per piani triennali, quindi precarietà legalizzata.

La scuola statale, avrà sempre meno fondi; si legge, infatti, sul piano della “Buona Scuola” che: “…Le risorse pubbliche non saranno mai sufficienti a colmare le esigenze di investimenti nella nostra Scuola”.

Questo significa che non son previsti ulteriori investimenti pubblici, c’è scritto chiaramente che “…i limiti saranno quelli delle risorse disponibili” e che saranno i privati a investire sulla scuola.

Ma questo porterà a scuole di serie A e scuole di serie B, o C addirittura.

Immaginiamo quanti investimenti privati in zone ricche del Paese, ma chi investirà nelle zone depresse?

Chi investirà nei quartieri di periferia delle nostre città? Nessuno.

Ci saranno scuole gioiello e scuole che cadono a pezzi.

Una riforma che crea diseguaglianza sociale e discriminazione territoriale.

E chi pagherà questi mancati investimenti dello Stato?

Li pagheranno le famiglie che già pagano tanto per mandare i figli a scuola.

Tutto questo è inaccettabile.

Per non parlare dell’integrazione degli alunni disabili, che viene fortemente limitata.

Si sta portando il discorso più sul piano sanitario che scolastico. E chi favorirà questa politica della non inclusione? I centri specializzati che nasceranno e che allontaneranno gli alunni con Bisogni Educativi Speciali dalle nostre scuole. Ragazzi e ragazze che invece hanno bisogno di stare a contatto con i compagni, hanno bisogno di vivere la normalità della scuola, hanno bisogno di vivere un’esperienza unica ed irripetibile come solo la Scuola sa essere.

Il Governo ha tentato di far passare una riforma reazionaria per una riforma rivoluzionaria.

In televisione, sui giornali, son passati messaggi falsi, messaggi che prospettano una scuola nuova, migliore, mentre la realtà dice che la scuola sarà distrutta.

Noi vogliamo una scuola “Buona”, una scuola dove i ragazzi vivano serenamente ed in armonia, una scuola dove si insegna la democrazia, la solidarietà, la cooperazione, l’integrazione.

Una scuola sicura, anche dal punto di vista strutturale, una scuola con classi formate da un massimo di 23 alunni. Basta con le classi pollaio.

Ci dicono che si protesta senza motivo, che è assurdo protestare contro un governo che vuole assumere, ma a che prezzo questa assunzione?

I docenti vogliono un’assunzione da cittadini non da sudditi.

I docenti hanno il diritto di non avere il terrore di poter esprimere un parere contrario a quello del Dirigente scolastico.

I docenti hanno il diritto d’insegnare liberamente, come sancito dall’articolo 33 della Costituzione.

I docenti hanno il diritto di un lavoro vissuto con passione e non con angoscia”.

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Giulia Salinelli, candidata del M5S al consiglio regionale della Puglia:

Esprimo la massima vicinanza e soliderietà a tutto il mondo della scuola sottoposto all’assedio di Renzi e dei suoi. Insieme al Movimento, unisco la mia voce al coro di proteste pacifiche e democratiche che coloreranno le piazze di tutta Italia per dire un NO deciso e inequivocabile a questo scellerato progetto di “riforma” incostituzionale che annienta la scuola statale italiana nei suoi valori fondanti, ispirati ad una insegnamento libero e impartito senza discriminazioni: rileggano questi signori gli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione che non è riuscito loro ancora di cancellare e tacciano!

La sedicente “riforma”, come si evince anche da una superficiale lettura del DDL proposto da Giannini, è ispirata ad una logica aziendale (in continuità con gli anni berlusconiani e il disastro targato Gelmini), per nulla applicabile al mondo dell’educazione e della formazione, come sa chiunque abbia un minimo di sensibilità pedagogica. Renzi gioca alle tre carte con le parole, costringe il linguaggio agli inganni dell’affabulatore. Ma questa volta l’inganno non gli riuscirà: non si può chiamare assunzione dei precari -impostaci dell’Europa per aver sfruttato i precari con rinnovi e assunzioni continue- la precarizzazione di tutta la classe docenti del Paese, costretta da domani in poi a contratti triennali rinnovabili per volontà e grazia di un Dirigente Scolastico, che assumerà i poteri di un supermanager d’azienda chiamato a dirigere scuole d’eccellenza per ricchi o scuole di serie B per svantaggiati sociali, scegliendo la squadra di insegnanti a proprio gradimento. Non vogliamo insegnanti che dovranno compiacere un Dirigente.

Non vogliamo un Dirigente che come un tiranno interferisca su tutti gli aspetti della vita scolastica, didattica disciplinare compresa. Vile è il ricatto che Renzi ha messo in scena alla Festa dell’Unità di fronte ai fischi dei docenti che lo contestavano: non volendo separare, come chiesto dal Movimento, la misura che prevede l’assunzione (ce lo impone il diritto comunitario europeo in seguito a una sentenza della Corte di Giustizia che mette fine ad una pratica di sfruttamento durata decenni a scapito dei precari) dall’attuazione di altre misure volte a riorganizzare la scuola. La ragione è presto detta, con le parole dello stesso Renzi : “se non si approva il ddl continuerete a fischiare”, ossia se non accettate questa riforma non sarete assunti. Il ricatto oltre la beffa! Come se l’assunzione di un lavoratore sfruttato da anni, e da anni licenziato, non fosse un diritto! Cosa altro occorre perché questo diritto, che l’Europa stessa interviene a rimarcare, sia riconosciuto? Certo, per Renzi i diritti dei lavoratori sono un retaggio del passato, come mostra la logica del Jobs Act. Per me è Renzi e questa visione del mondo un retaggio del passato, qualcosa che abbiamo già vissuto con Berlusconi, una pagina che è giunto il momento di voltare definitivamente. No alla scuola di Renzi; saranno gli insegnanti, i formatori, gli studenti, i genitori che hanno figli a scuola a fermare questo delirio? Ce lo auguriamo, noi siamo con loro e che sia l’inizio di un nuovo percorso. Rottamiamolo, non ne possiamo più.

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L’ Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti medi hanno ha voluto, si afferma in una nota, “dire no ai provvedimenti sulla Buona Scuola e ribadire la nostra totale contrarietà ai metodi che sono stati utilizzati da parte del Governo nella costruzione di questa riforma, gli stessi metodi che vorrebbero propinarci con la Buona Università”.

Il percorso sulla Buona Scuola, come rischia di essere quello prefigurato sulla Buona Università, si è rivelato un processo esclusivo e decisionista – sostiene Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari – in cui l’ascolto degli studenti, degli insegnanti, dei genitori è stata solo una finta facciata“. “

Oggi siamo in piazza contro la Buona Scuola, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori in questo sciopero generale – ha aggiunto Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti medi – perché tutto il mondo della scuola si deve unire contro le politiche di un Governo che, con il ddl Buona Scuola, trasformerà la scuola italiana in un luogo autoritario e aumenterà le diseguaglianze“. “Le nostre Scuole e le nostre Università non sono in vendita – ha concluso -: quella di oggi sarà solo la prima di tante mobilitazioni perché senza studenti non ci può essere né Buona Scuola né Buona Università”.

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Sergio Fracasso, candidato di “Noi a Sinistra per la Puglia” al consiglio regionale della Puglia:

La Buona Scuola di Renzi non garantisce libertà e pluralismo.

Poca libertà d’insegnamento, precariato ad oltranza, troppo potere ai dirigenti scolastici, finanziamenti disomogenei, troppe agevolazioni alle scuole paritarie e un governo delegato a prendere importanti decisioni senza passare dal Parlamento. Sono questi i cinque punti principali sui quali il fronte del NO, insieme ai sindacati di categoria, domani sciopererà in tutta Italia. Anch’io sarò dalla loro parte e sosterrò i docenti e i precari della scuola pubblica.

Il testo originale in 12 punti al primo punto garantiva l’internalizzazione di 150mila precari entro settembre 2015 per chiudere le graduatorie ad esaurimento, ora si parla di 100mila internalizzati, nonostante una sentenza della Corte Europea sancisce che i precari della scuola con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato.

Il registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa, come sbandierato nel testo, altro non è che la possibilità di dare il comando ad un solo uomo di assumere, licenziare, attribuire gli aumenti agli insegnanti. Un modo per generare un sistema clientelare, quello che da decenni si cerca di combattere in Italia.

Con le agevolazioni ai privati, invece, si toglierà sempre di più alla scuola pubblica, riducendo anche la garanzia allo studio e all’istruzione per tutti, nonostante la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 (art 26) recita: Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.

D’altra parte il concetto di Buona Scuola non può essere espresso attraverso una delega in bianco al governo così come si vorrebbe varare con il ddl; l’autonomia scolastica, le modalità di conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento, il riordino dei ruoli del personale docente, il reclutamento e la formazione della dirigenza scolastica e tanto altro devono essere discussi in Parlamento. Un Paese che cambia ha bisogno di buoni strumenti per farlo, come la garanzia e il diritto allo studio per tutti. Come diceva Nelson Mandela:“L’istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo”.

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Riccardo Rossi, candidato di “L’ Altra Puglia” a presidente della Regione Puglia:

Dirigenti, insegnanti, studenti, genitori e lavoratori della scuola di tutta Italia, oggi, hanno sfiduciato Renzi e la sua cieca visione della scuola, buona solo per gli hashtag.

L’ALTRA PUGLIA, oggi e fino all’ultima speranza, è e resterà a difesa di una scuola pubblica, libera, gratuita e di qualità, per tutti. Siamo e resteremo sempre a difesa degli artt. 33 e 34 della Costituzione Italiana. La stessa Costituzione che rappresenta l’unico vero obiettivo della rottamazione renziana, e dei suoi mandanti.

“Rileviamo, anche, come l’onnipresente Emiliano, in questo secondo solo a Salvini, oggiabbia preferito eclissarsi, tacere, restare in una insolita ombra. Tornerà sicuramente domani, a propinarci nuove mirabolanti dichiarazioni, al solito affermando tutto e il contrario di tutto, come se questa controriforma non fosse anche la sua. Come se questo ennesimo tradimento dei principi fondanti della nostra comunità non fosse compiuto dal suo primo sponsor, e dal partito che lui, a livello regionale, gestisce ormai da anni.

Noi siamo e resteremo quelli che mettono le persone prima di ogni altra cosa. Loro, Renzi ed Emiliano, sono e resteranno quelli che preferiscono stare al guinzaglio dei mercati e dei grandi poteri che li governano”.

 

 

 

 

Category: Cronaca

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