IL SIGNIFICATO DEL TERMINE ‘SARPAREA’

| 4 Marzo 2017 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Veglie, il dottor Fabio Coppola ci scrive______

Breve ricerca sul significato del termine “Sarparea”.

Seguendo la vicenda del contestatissimo resort previsto nell’uliveto monumentale a Sant’Isidoro, inevitabilmente nasce la curiosità sul toponimo. Spesso le contrade prendono il nome dalla eventuale masseria, e quindi dal proprietario (es. nel feudo di Leverano contrada “Sanzara”, dalla omonima masseria appartenuta nei secoli passati alla famiglia Saczar o Sazzara; oppure contrada “Lupomonaco” a Veglie, dalla omonima masseria in origine appartenuta a Lupus Monaco). In effetti nella zona si trova la masseria “Sarparea de’ Pandi”.

La consultazione del glossario italiano-leccese di Antonio Garrisi non produce risultati. Neanche il vocabolario dei dialetti salentini di Gerard Rohlfs, o dello stesso autore “Scavi linguistici nella Magna Grecia”. Esito negativo anche sul vocabolario griko-italiano di Mauro Cassoni.

A Castiglione d’Otranto, con il vocabolo dialettale “ Pipirea ” viene chiamata la specie vegetale “Daphne gnidium”, comune nella gariga, le cui bacche venivano utilizzate in passato per avvelenare l’acqua delle cisterne; nei paesi della Grecìa salentina la chiamano “Piperea”.

Molti anni fa, entrando in un giardino molto trascurato in compagnia di una persona di Aradeo, questa lo definì “Una sarparea”; la vegetazione spontanea era ad altezza d’uomo.

Quindi ho intervistato a campionamento casuale circa cinquanta persone residenti ad Aradeo, ultraquarantenni.

Alla domanda: “Cosa significa sarparea nel dialetto di Aradeo ?”, ho ricevuto le seguenti risposte:

“Non la conosco, mai sentita” (la maggioranza del campione);

“Un luogo in disordine”;

“E’ una parola che usavano i vecchi, ma non conosco il significato”;

“Una zona vicino Sant’Isidoro, a volte ci vado a caccia”;

“Una zona dopo Villaggio Resta, da giovane andavo a caccia”;

“Campagna abbandonata, selvaggia, che ci vorrebbe una pala per pulire”;

“Terreno incolto, dove crescono cespugli, rovi, che non si può entrare”.

Pertanto si potrebbe affermare che oltre ad essere un toponimo, il termine indichi anche più genericamente il tipo di vegetazione presente, come ad esempio “rusciulara” (area con prevalenza di corbezzolo), “tumara” (gariga con prevalenza di timo), ecc.

Inoltre, non è escluso che oltre ad Aradeo, il termine possa essere utilizzato anche in altri centri limitrofi.

Legato alla vita rurale, desueto, destinato a scomparire con le generazioni che lo hanno utilizzato. Può morire un termine, ma l’erba “cattiva” non muore mai. Lunga vita alla Sarparea!

 

Category: Cronaca, Cultura, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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