LEONARDO LEONE DE CASTRIS NUOVO PROCURATORE CAPO

| 21 Aprile 2017 | 1 Comment

(Rdl)______Con una cerimonia al Tribunale, si è insediato questa mattina il nuovo capo della Procura di Lecce e della direzione distrettuale antimafia, Leonardo Leone De Castris, 57 anni, già sostituto a Lecce negli anni Novanta, e in seguito procuratore a Rossano Calabro e a Foggia.

Succede a Cataldo Motta, andato in pensione a gennaio, che ha definito il suo successore “la migliore scelta possibile”.

Dal canto suo, nel suo discorso di insediamento, De Castris ha sottolineato il ruolo dei magistrati: “Non siamo solo vincitori di un concorso, non abbiamo una investitura popolare né un mandato di rappresentanza, e tutte le volte che dovremo firmare un atto dovremo pensare che non siamo il centro del mondo, ma che abbiamo ma che abbiamo la vita e la sorte delle persone e delle aziende in mano. Sembra ovvio, ma spesso non é così perché ci sono colleghi, anche in buona fede, che invece confondono la loro funzione e pensano di dover fare la storia. Ma non è così. Voglio una Procura di prossimità, che dia l’impressione al cittadino di essere un servizio e non un ufficio autoreferenziale”.

 

 

 

 

Category: Cronaca

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  1. Cristian Casili, M5S - tramite redazione ha detto:

    La questione ambientale e sanitaria del Salento sarà una delle priorità di Leonardo de Castris, nuovo procuratore capo. Le sue parole, pronunciate ieri in occasione del suo insediamento al vertice della Procura di Lecce, ci rincuorano e allo stesso tempo sono un grido di allarme per quella che è una delle piaghe di questo territorio.
    Nel giorno del suo insediamento, ha parlato di un Salento in cui ci si ammala troppo di tumore.
    Una presa di coscienza sulla tutela ambientale deve avvenire da parte di tutti, Regione e amministrazioni comunali in primis.
    Le dichiarazioni del nuovo procuratore capo sono anche un monito per tutte le istituzioni, affinché lavorino per la salvaguardia sanitaria dei propri cittadini e la qualità ambientale del territorio a marzo scorso un report della Lilt di Lecce, basato sui dati Istat, aveva evidenziato un tasso di mortalità enorme, superiore alle città industrializzate del settentrione: il territorio di Lecce supera, per mortalità maschile, del 26% la media nazionale e del 34% quella nazionale. Per alcuni tumori, come quello al polmone e alla vescica, siamo un caso da primato a livello nazionale. Un contesto drammatico, in cui gioca un ruolo fondamentale l’ambiente in cui viviamo, infatti studi scientifici affermano chiaramente che il 90% dei casi di tumore è dovuto alla presenza nell’ambiente di inquinanti che ci espongono a diverse neoplasie.
    Per questo serve una stretta maggiore su fumi industriali, discariche abusive e pesticidi. Il Salento deve urgentemente controllare queste tre fonti di rischio e limitarle il più possibile. Su fumi e discariche il vaso di pandora è stato in parte scoperchiato, la Procura sta lavorando attentamente.
    Ancora troppo trascurata è la questione riguardante i pesticidi, utilizzati troppo diffusamente nelle nostre campagne. La Puglia è la quarta regione d’Italia per uso di fitofarmaci. Un anno fa uno studio condotto da Arpa Puglia evidenziò la presenza di tracce di pesticidi sul 49% dei campioni di frutta e verdura analizzati. Un’enormità.
    Per lasciarci alle spalle questi tristi record serve un cambiamento di rotta collettivo, che riguardi istituzioni, imprese e cittadini.

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