NOTE D’ ARTE / LA NUOVA FIGURAZIONE ITALIANA NELLA MOSTRA AL MUST DI LECCE INAUGURATA IERI, CON LE OPERE PROVENIENTI DA COLLEZIONI PRIVATE DEI PRINCIPALI ARTISTI NAZIONALI DEGLI ANNI NOVANTA

| 2 Giugno 2017 | 0 Comments

di Mariagrazia De Giorgi______

Ieri giovedì 1 giugno al Museo storico della città di Lecce è stata inaugurata la mostra Visioni d’arte “Sguardo alla Nuova figurazione Italiana attraverso opere di collezioni private”, curata dal professor Carmelo Cipriani.

All’interno della rassegna estiva “Summer Must” in collaborazione con l’Associazione culturale

“De la da mar”- Centro studi delle Arti Pugliesi” e la Delegazione di Lecce del FAI, ha preso le mosse quest’importante esposizione che vede protagonisti artisti italiani contemporanei.

Il momento artistico preso in considerazione è precisamente quello del decennio degli anni Novanta, e proprio partendo da questo periodo sono stati selezionati gli artisti e una trentina di opere tra le più rappresentative della figurazione realizzata in quegli anni in Italia.

Si parla di artisti del calibro di Agostino Arrivabene, Aldo Damioli, Giovanni Frangi, Giovanni La Cognata, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Mauro Reggio, Bernardo Siciliano, e Velasco Vitali.

L’intento e la finalità della mostra è quello di creare dei legami e delle affinità tra questi pittori, offrendo, nel contempo, una visione d’insieme alla figurazione degli anni Novanta, stabilendo, così, delle profonde connessioni tra i dieci artisti coinvolti.

L’allestimento è diviso in tre sezioni senza soluzione di continuità perché la mostra prosegue in maniera continua ma, in realtà, si configura come tre sezioni successive.

La prima sezione è intitolata “Memoria dell’antico” perché artisti come Pignatelli, Arrivabene e Reggio hanno riflettuto e riflettono sul tutto rievocandolo in chiave inquieta ora metafisica ora surrealista, rivelando sempre le ansie e i turbamenti della nostra contemporaneità.

La seconda sezione è intitolata “Suggestioni della natura” in cui artisti come Frangi e Vitali guardano al mondo fenomenico con uno sguardo ampio, reinterpretano la natura con un linguaggio che ha delle reminiscenze tardo impressioniste ed espressioniste e arrivano, addirittura, ad ambire all’astrazione, raccontando il mondo con un’attenzione particolare rivolta alla natura nella sua totalità.

L’ultima sezione, la più considerevole per il numero dei pezzi e per significatività, è il “Racconto della città”, proprio sul paesaggio, in particolar modo, sul paesaggio urbano avvengono le ricerche più significative della figurazione degli anni Novanta. Ed è qui che si concentrano artisti come La Cognata, Papetti, Petrus e Damioli i quali fissano il proprio sguardo sulla vita e lo fanno negando sempre la presenza umana: il loro concept è tutto incentrato sul racconto degli edifici e della geografia urbana, visto come scenario del vivere dove, pur essendo fondamentale, la presenza umana è negata e questo diventa, ovviamente, elemento di inquietudine.

E’ evidente che tale tipologia di figurazione (a largo spettro) tenda a differenziarsi notevolmente dalla quella precedente, in quanto la mostra in corso si propone di accendere i propri riflettori su un aspetto importantissimo, come appunto la continuità.

E se è vero che la figurazione degli anni Novanta può apparire la continuazione di un ritorno al fare arte con gli elementi tradizionali e il recupero della tradizione stessa, (come peraltro era avvenuto negli anni Ottanta), l’intento attuale è completamente diverso e si configura in maniera del tutto originale. Riprendendo il pensiero di Carmelo Cipriani la rassegna restituisce l’immagine di un decennio problematico, “difforme negli esiti ma armonico nella sostanza, sospeso tra passato e futuro, tra memoria e ansia di ricerca”.

La mostra è visitabile fino all’11 giugno.

 

 

 

 

Category: Cronaca, Cultura, Eventi

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