GILIBERTI VS SALVEMINI, AL BALLOTTAGGIO VA IL VECCHIO CHE E’ AVANZATO, NEI RISULTATI ELETTORALI DI LECCE CITTA’, DOVE IL CENTRO DESTRA NON SFONDA ED E’ COSTRETTO AL SECONDO TURNO, SFIDATO DAL PD

| 12 Giugno 2017 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______Col pessimismo dell’ esperienza e con l’ ottimismo dell’ innovazione, ieri avevamo indicato la prima mattinata di oggi come termine per avere i risultati definitivi, almeno per i candidati a sindaco.

Niente.

Alle 10 abbiamo i dati ufficiali del ministero dell’ Interno che si riferiscono a poco più della metà delle sezioni.

Vediamoli.

Intanto, a fronte di una media nazionale del 60.07, in calo rispetto al 66.85 di cinque anni fa, a Lecce ha voltato il 70.15, quindi una buona affluenza, anche se in calo rispetto all’ ultima volta, quando fu del 73,78.

Poi, per i candidati a sindaco, abbiamo:

GILIBERTI al 44,93

SALVEMINI al 29,66

DELLI NOCI al 16,65

VALENTE al 6,15

RUBERTI al 1,63

CENTONZE allo o,95.

Sono dati ora abbastanza indicativi, anche al buio delle così dette proiezioni che si susseguono da mezzanotte, e dunque proviamo a trarre le più evidenti fra le considerazioni possibili, limitandoci ai candidati a sindaco, appunto, perché per le liste dei partiti non sono possibili discorsi lineari, in quanto, a parte i dati ancora ballerini, esistono tante altre liste così dette ‘civiche’, che, sia direttamente collegabili a partiti, sia non ad essi collegabili, comunque non permettono analisi partitiche.

I dati oramai abbozzati con sufficiente approssimazione indicano un risultato scontato: un consolidamento degli apparati, in una loro redistribuzione, dietro le varie formule e le varie liste clientelari in cui il consenso è stato cercato.

Non c’è voto di opinione, a Lecce città, almeno nelle amministrative, se non in termini residuali: c’è volto di apparati, e di sistema che si ridistribuisce, assecondando invenzioni estemporanee di figure di così detto rinnovamento, oppure discorsi di opportunismi così presentati.

Il centro-destra esce ridimensionato, rispetto a cinque anni fa, Mauro Giliberti dovrà rifare il tour porta a porta, amico per amico, amici degli amici, marina per marina: contrariamente a quanto pensava è costretto ad andare al ballottaggio.

E dovrà ripetere che farà lui, quello che i suoi non hanno fatto in dieci, o vent’ anni.

A sfidarlo sarà un altro figlio del sistema di potere dei salotti buoni, delle lobby, degli interessi forti, un figlio d’ arte che cerca di ripetere le orme paterne, dopo tanti anni e dopo tanti anni di sempre più svogliata rappresentanza: Carlo Salvemini incarna perfettamente, ne è la paradigmatica esemplificatore, il ruolo di falso oppositore, per di più scelto dagli interessi di governo altro che di lotta, degli apparati del Pd.

Alessandro Delli Noci non era credibile come nuovo che avanza, non ci stupiamo se è avanzato il vecchio: evanescente, come le app che promuoveva quando era assessore, e dimettersi da assessore, scoprirsi oppositore, tre mesi prima delle elezioni, era già di per sé una boutade.

Anzi, con l’ accozzaglia di partiti, semipartiti, pugliesi ed emiliani e liste sedicenti civiche e sedicenti rivoluzionarie che ha messo in piedi, il 16/17 % è già tanto, è già troppo, gli basta e avanza.

Risultato del tutto deludente per il M5S, penalizzato dalle caratteristiche della competizione, come sempre, o quasi quando si tratta di amministrative, su cui non riesce a proiettare un senso, un significato propriamente politico, e dal fuoco amico di tanti ex, specie di ex, sedicenti delusi, che purtroppo per loro, a Lecce, nel Salento, un po’ dappertutto in Italia, hanno fatto della critica, che andrebbe pure bene, ma più spesso della denigrazione sistematica, nei confronti del Movimento l’ unica ragione della loro vita impoverita, perché privata di un sogno nobile, che essi non hanno più nei loro cuori inariditi, e che vorrebbero seccare anche in quelli degli altri.

Almeno Fabio Valente dovrebbe però riuscire ad entrare in consiglio comunale, e sarà un’ altra novità, per quanto minima, perché ci si aspettava ben altro.

Non entrerà in consiglio comunale invece Luca Ruberti, che pure aveva una lista piena di candidati di grandi qualità, e proposte operative valide, e che invece prende solo poco più dell’ 1,5%.

CasaPound non prende nemmeno i voti del così detto radicalismo di estrema destra residuale, e va nell’ inesistente.

Ballottaggio fra quindici giorni, mentre solo in serata, o nella mattinata di domani, sarà possibile conoscere la composizione del consiglio comunale, nel caso che vinca uno, o che vinca l’ altro, e i nomi dei consiglieri eletti, almeno quelli sicuri di entrare a Palazzo Carafa, per un quinquennio che comunque si annuncia della sostanziale continuità rispetto a storie, modi di agire, modi di pensare, clientele, elargizioni e meccanismi di apparato che ben conoscevano e che il popolo sovrano leccese ha dimostrato di apprezzare, e anzi di gradire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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