LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 4 – SALVATORE BRUNO, SCRITTORE SCONOSCIUTO, CANTORE DELLA JUVENTUS, CHE VENIVA DA PRESICCE

| 4 Maggio 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

A volte, succede. Che uno scriva un solo libro e basta. Ma quel libro resta nella storia e, anno dopo anno, ‘fa’ la storia. Tanto che viene da pensare: e se ne avesse scritti altri? Ma le vicende umane sono fatte così: l’imponderabile realizza, da sé, storie irripetibili. E non possiamo, noi miseri mortali, aggiungere o togliere nulla a quello che il Tempo conserva…

Ora, Salvatore Bruno, salentino di Presicce, scomparso nel 2001 all’età di 78 anni, ci ha lasciato un solo libro: ‘L’allenatore’, pubblicato nel 1963 da Vallecchi.

Onestamente, pochi, pochissimi hanno letto questa pubblicazione che, avveniristica e unica nel suo genere, è la sublime testimonianza che un giornalista (sportivo per di più…) lascia al mondo letterario, non ancora intristito dalle attuali e conclamate separazioni tra ‘generi letterari’ che non vogliono riconoscere, magari, in un tifoso della Juventus l’identità di ‘scrittore’ a tutto tondo.

Pure, la descrizione del gol di Praest all’Inter è un pezzo di bravura che abbatte la barriera temporale e ci riporta gli anni Sessanta senza gli stereotipi che ormai li contraddistinguono, riducendoli ad uno scenario senza tempo che può essere indifferentemente cantato da Omero o da Gianni Brera…

‘….ormai non c’era che Ghezzi era rimasto il portiere dell’inter anche lui fece per andargli incontro mentre Ghezzi si muoveva dalla porta Praest calciò, il piede che si stacca si abbatte sul pallone il colpo secco mentre Ghezzi gli correva incontro il pallone volò dal piede impennandosi nel sole per un attimo non ci fu che il sole teso basso all’altezza della porta Ghezzi restò come inchiodato per terra le braccia aperte un piede dietro appoggiato sulla punta immobile sull’erba neppure lui dovè vedere il pallone alle sue spalle ricadeva dal sole stava già scivolando contro la rete gonfiandola e Ghezzi le braccia aperte il piede dietro appoggiato sulla punta guardava ancora Praest anche lui era caduto dopo il tiro stava per terra con la faccia sull’erba svuotato lo rialzò Boniperti gli altri della Juventus tutti intorno se lo passavano sorreggendolo fra le braccia è svenuto per la gioia piange di gioia ha segnato un gol incredibile il più grande gol della storia erano secoli che su un campo di calcio non si vedeva un gol come questo erano millenni centinaia migliaia di millenni milioni di millenni miliardi”

Un salentino. Un salentino introverso che così parla di sé e della sua Presicce: “…uno che a quasi quarant’anni è ancora fiju meu sire meu arbiri de ulìa pajare pianti ti tocca anche nascere in un posto dove non c’è neppure un fiume ricordàrtelo sempre anche che hai gli occhi sei uno di cui si vedono gli occhi come fai a dimenticarlo? lo sai per tutta la vita ca quannu nascisti te ridìvene l’occhi e perché non ti ridono più? vai da uno psicanalista sfrutti gli strumenti che ti offre la scienza ti metti supino e dici perché? quando nacqui possibile? tutta la vita ogni giorno non faccio che nascere, quannu nascisti la gente dicia sei contento si’ cuntentu? t’è natu ‘nu fiju ca li ridene l’occhi, la via era niura de gente letteralmente nera di gente semmai erano scalzi ma il vestito di vigogna e il cappello nero ce l’avevano tutti perché era un giorno di festa come in un film ambientato nel Sud basta girare la scena un po’ sovraesposta l’effetto è sicuro la strada bianca e tutti quegli uomini vestiti di nero un contrasto perfetto, c’era anche la banda vuoi che non ci sia la banda in una festa a Presicce? accolta all’ingresso del paese dall’immancabile gruppo di ragazzi eccitati la banna la banna!…”

Ora, non ho altro da aggiungere per segnalare questo grande scrittore salentino che ama la Juventus, guarda con disprezzo al ‘progresso’ degli anni Sessanta e sceglie, alla fine, il silenzio.

Come i più grandi saggi della nostra Storia, quelli che avevano tutto dentro di sé….

E pazienza se io sono dell’inter e sono nato lontano da Presicce: ma so riconoscere un Poeta, quando lo incontro.______

4 – Continua______

LA RICERCA nei nostri precedenti articoli della rassegna

LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 1 – ERNESTO ALVINO E LA SUA “città inconsueta”

LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 2 – LA ‘malinconica allegrezza’ DI ENRICO BOZZI

LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 3 – SEDUTA “sul ciglio di una voragine”, RINA DURANTE E MELENDUGNO: IL TEMPO NON TRASCORRE INVANO

Category: Cultura, Libri

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.