LA CASA EDITRICE SALENTINA BESA MUCI HA COSTRUITO UN PONTE CULTURALE VERSO I BALCANI
di Raffaele Polo ______
Si deve certamente alla casa editrice Besa Muci se gli scrittori slavi vengono diffusi e conosciuti anche da noi. Non è un’operazione semplice, ma l’editrice salentina, ormai da tempo, si dedica con passione all’obiettivo di far conoscere la cultura letteraria di questo martoriato mini continente.
Tra i suoi figli più illustri, vi è certamente Enes Halilovic (nella foto): nato a Novi Pazar, in una zona tra Serbia e Montenegro, ha creato l’agenzia di stampa Sanapres, la rivista letteraria Sent e la rivista internet di interviste letterarie Eckermann. Di lui ricordiamo il suo avvincente ‘Uomini senza tombe’; stavolta Besa ci propone ”Balkan pin-up“ (Traduzione di Sergej Roić, 140 pagine, euro 14 ) che viene così sintetizzato:
”La storia dei Balcani come non l’avete mai ascoltata, scandita dalla carica emozionale di racconti di vita’. Si tratta, in realtà, di un’immersione nella storia recente dei Balcani, dal 1947 (anno di nascita dell’autore) ai giorni nostri. Un’immersione che non ha il freddo distacco degli annali storici, piuttosto è scandita dalla carica emozionale dei racconti di vita vissuta in prima persona. Lontano dalla retorica ufficiale, Dušan Veličković racconta un’altra faccia di quella che fu la Jugoslavia di Tito, sgretolando l’immagine di società alternativa che – pur fra innumerevoli contraddizioni e storture – il paese propagandava al mondo.
Le piccole catastrofi dell’infanzia, lo slancio rivoluzionario della giovinezza, il sarcasmo disincantato della maturità si ricompongono in questo libro costruendo un vivido mosaico i cui dettagli svelano la fragilità di ogni ideologia”.