E’ INIZIATA IN TUTTA ITALIA, LA SINGOLARE, QUANTO SACROSANTA PROTESTA DEGLI STUDENTI UNIVERITARI CONTRO IL CARO – AFFITTI. LOREDANA CAPONE: ”tutti noi dovremmo essere in quelle tende insieme a loro”

| 11 Maggio 2023 | 0 Comments

(g.p.) ______ Il mercato immobiliare in Italia è ormai impazzito, in particolare per quanto riguarda gli affitti, arrivati a cifre astronomiche, soprattutto nella grandi città come Roma e Milano.

Questa situazione penalizza indistintamente tutti coloro i quali non hanno la possibilità di comprare una casa, anche accendendo un mutuo, in particolare i giovani, e fra di loro in particolare gli studenti universitari fuori sede che non rientrano nelle graduatorie che assegnano i posti letto – sempre pochi – gestiti dall’Opera Universitaria.

In queste ore è iniziata in tutta Italia una protesta singolare, di studenti che si accampano e dormono in tenda davanti le Università, e che è arrivata questa mattina pure a Bari.

La sta organizzando Cambiare Rotta, ‘organizzazione giovanile comunista’, che tramite social l’ha così spiegata:

STANCHI DI ATTENDERE, ORA: STUDIO, CASA E REDDITO!

Mentre sempre più città vedono comparire tende davanti ai rettorati, da questa mattina siamo accampati anche davanti alle porte del Ministero dell’Università. Siamo stanchi di attendere, vogliamo:

1) REGOLAMENTAZIONE DEL MERCATO DEGLI AFFITTI

ABOLIZIONE DELLA LEGGE 431/1998

La legge che ha accelerato la liberalizzazione del mercato degli affitti, lasciandolo completamente in balia della speculazione, deve essere cancellata immediatamente

– EQUO CANONE SUBITO

Ristabilire un equo canone per gli affitti, calmierando i prezzi e stabilendo forme di agevolazione per gli studenti, è l’unico punto di partenza possibile per risolvere la crisi abitativa

2) STUDENTATI PUBBLICI PER TUTTI

– Serve un massiccio piano di investimenti pubblici in studentati pubblici, che attraverso il lavoro congiunto di MIUR e MIMS deve supplire alla enorme richiesta di alloggi degli studenti, fuorisede e non

– Fuori il privato, e no al lusso!

Alle decine di migliaia di studenti in cerca di un alloggio non servono Student Hotel di lusso né convenzioni delle università con i privati, ma strutture pubbliche con servizi garantiti e costi accessibili

3) RICONVERSIONE DELLO SFITTO

– Le grandi città d’Italia, in cui si concentra la maggior parte della popolazione e degli studenti, contano centinaia di immobili del demanio pubblico sui quali si possono avviare senza difficoltà interventi di riconversione per adibirli a strutture residenziali per studenti

– Altrettanti stabili e appartamenti, in mano a proprietari privati che li lasciano sfitti e in disuso, possono e devono essere requisiti e andare incontro alla stessa riconversione in alloggi per chi ne ha bisogno

4) REDDITO STUDENTESCO

– Per combattere l’esclusione di classe nell’università, garantire a tutti il diritto di accedere agli studi, e la possibilità di completarli senza essere schiacciati dal ricatto del merito, dal carovita e dalla morsa del lavoro povero e precario, serve un reddito studentesco per gli studenti delle classi popolari

– A pagare il reddito siano le aziende private che traggono profitto dagli accordi di collaborazione con l’università e dai frutti della ricerca.

L’unica reazione politica che si registra al momento è quella del Presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone, sia pure a livello informale. In un post pubblicato su Facebook, dà ragione agli studenti e così si esprime:

Bene fanno gli studenti a protestare e noi dovremmo essere in quelle tende con loro. Gli affitti sono ormai davvero insostenibili e non solo per gli studenti fuori sede ma anche per le famiglie a basso reddito, per le giovani coppie, per gli anziani soli, per le famiglie con un solo genitore o un solo reddito.

E tutto questo mentre tutte le indagini diffuse dicono che gli italiani percepiscono i salari più bassi d’Europa nonostante affrontino orari più lunghi. È chiaro che un sistema così non può reggere. D’altra parte se una persona guadagna in media 1600 euro al mese (questo è lo stipendio medio di un lavoratore in Italia), e di affitto deve pagarne in media 500, che a Roma diventano 1400 e a Milano 1300 (dati Uil 2022), cui si aggiungono i costi delle bollette anch’essi lievitati alle stelle, come fa a vivere?

Sono queste le risposte che deve dare la politica mettendo in campo una strategia che evidentemente deve rinnovarsi nel merito e nel metodo. Oggi non è più come ieri, la crisi economica e occupazionale che è conseguita dalla pandemia e dalla guerra ha acuito disuguaglianze già gravemente presenti nel nostro Paese, tra i cittadini, e tra nord e sud. E in questo scenario è emerso in modo dirompente come l’abitare sia uno dei diritti maggiormente negati.

Abbiamo una grande occasione per invertire la rotta: si chiama Pnrr. E quindi adesso è tutto nelle mani del Governo nazionale, e purtroppo le premesse non sono delle migliori. Insomma, tra il pasticcio sugli asili nido, i fondi di sviluppo e coesione che non si capisce che fine abbiano fatto se da 80miliardi della relazione Carfagna siamo passati prima a 44 e ora addirittura a 27, la Riforma sull’Autonomia differenziata, e l’eliminazione del reddito di cittadinanza e del fondo nazionale affitti che serviva per tutelare migliaia di famiglie a rischio sfratto, non si può certo biasimare chi si dice pronto a cacciare le unghie per difendere il proprio territorio.

Ed è quello che siamo pronti a fare anche noi d’altra parte, che poi noi li incontriamo i cittadini, siamo noi a guardarli negli occhi ogni giorno e quando lo facciamo dobbiamo essere orgogliosi di aver fatto tutto il possibile. Dobbiamo aiutarli con i fatti, non con 16 euro in più in busta paga che non servono nemmeno per garantire la colazione ai tuoi figli. Né si può pensare di tassare tutti, ricchi e poveri, allo stesso modo, che poi a pagarne le conseguenze sono i servizi pubblici e, quindi, sempre i cittadini più fragili.

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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