PERQUISITI GLI UFFICI DI MASSIMO D’ALEMA, ORA E’ UFFICIALE CHE E’ INDAGATO QUALE PRESUNTO MEDIATORE DI ARMI
CON LUI INDAGATI AMICI E SODALI DEL FILONE SALENTINO DELL’ INDAGINE, FRA CUI GIANCARLO MAZZOTTA DI FORZA ITALIA
(g.p.) ______ Si è appreso questa mattina da fonti giudiziarie, anzi, per meglio dire, se ne è avuta la conferma ufficiale da una serie di perquisizioni, che la Procura della Repubblica di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati per la vicenda della compravendita di armi fra Italia e Colombia l’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema, Alessandro Profumo, amministratore delegato della società partecipata Leonardo, Giuseppe Giordo, dirigente della società partecipata Fincantieri, e Gherardo Gardo, contabile di D’Alema.
La Polizia di Stato su mandato del magistrato inquirente ha perquisito loro abitazioni e uffici.
Per la stessa vicenda, sempre questa mattina si è appreso ufficialmente che risultano indagati dai giudici napoletani Umberto Claudio Bonavita, Francesco Amato, Emanuele Caruso e Giancarlo Mazzotta, questi ultimi tre coinvolti nel ‘filone salentino’ della vicenda, che leccecronaca.it ricostruì e documentò con una propria inchiesta giornalistica nel marzo dello scorso anno.
L’indagine della Procura di Napoli verte in particolare sulla vendita poi non concretizzata alla Colombia di aerei M346, corvette e sommergibili prodotti da società italiane con partecipazione pubblica, come Leonardo e Fincantieri, per un valore di 4 miliardi di euro.
Il reati contestato risalenti a oltre un anno fa, a vario titolo, è di corruzione internazionale aggravata.
In buona sostanza, secondo l’ipotesi accusatoria, Francesco Amato ed Emanuele Caruso, nella veste di consulenti per la cooperazione internazionale del Ministero degli Esteri della Colombia, avvalendosi di Giancarlo Mazzotta, erano riusciti a entrare in contatto con Massimo D’Alema il quale avrebbe svolto il ruolo di mediatore informale con i vertici di Leonardo e Fincantieri.
Semprfe nelle carte dell’accusa, nero su bianco ‘l valore della mazzetta che sarebbe dovuta andare a mediatori, corruttori e corrotti, circa 40 milioni di euro, pari alla metà della ‘provvigione’ sull’affare del 2 per cento, il 2 per cento appunto di 4 miliardi di euro del valore dell’affare. _____
L’APPROFONDIMENTO di leccecronaca.it nei nostri articoli del 23, 24 e 28 mrzo scorsi