LA POLEMICA / A TORRE SANTA SUSANNA IL GIRO D’ITALIA SBANDA SULLE CURVE
(g.p.) __________ A Torre Santa Susanna per festeggiare il passaggio in paese della carovana del Giro d’Italia lunedì prossimo 12 maggio hanno pensato bene di affiggere un manifesto a cura dell’amministrazione comunale.
Apriti cielo e giù polemiche, con accuse di sessismo, maschilismo, volgarità e pressanti inviti a ritirarlo, da parte di politici, partiti e associazioni di sinistra.
Lui, il sindaco, Michele Saccomanno, 74 anni, medico, già senatore e già assessore regionale, di Fratelli d’Italia, non ci sta e insegue e sorpassa gli accusatori: ricorda che si è trattato di un’iniziativa limitata a esercizi commerciali privati; rivela che l’autore è un’artista di chiara fama ed è donna; dice che lui non fa il censore e che il suo paese non è sede del Tribunale dell’Inquisizione.
Volata al fotofinish, sotto la sensibilità privata e personale di ogni singolo cittadino di Torre Santa Susanna.
Chi avrà vinto?
L’autore del manifesto incriminato è Mimma Petarra, fotografa, che di sè dice sul suo diario di Facebook: “ho obiettivo di trasmettere emozioni attraverso l’arte fotografica, non voglio catturare solo immagini, ma l’anima dei soggetti”.
E va beh…
A pensarci bene, questo manifesto ricorda chiaramente da vicino, ehm molto da vicino, la campagna pubblicitaria firmata da Oliviero Toscani negli anni Ottanta, senza che nessuno all’epoca, tanto meno i suoi sodali intellettuali di sinistra, se ne scandalizzasse: anzi gli fecero i complimenti per la provocazione e la creatività.
Crediamo pure per le diverse indossatrici degli slip diventati famosi, fra le quali Michelle Hunziker, diventata nel frattempo famosa anch’ella quale conduttrice televisiva, ma che all’epoca era una debuttante assoluta, e per giunta pure minorenne.
Il problema è che da allora sono passati quarant’anni, un periodo in cui è giustamente cresciuta l’attenzione, diciamo pure la sensibilità e il rispetto per tutte le tematiche legate alla condizione femminile. I ‘creativi’ di oggi devono prenderne atto, piaccia o non piaccia loro, assodando che esercizi creativi esercitati in direzioni simili ottengono adesso un effetto negativo.
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Quando lo fa la sinistra, le immagini sono rivoluzionarie, professionali, innovative e spregiudicate, quelle stesse immagini se le produce la destra, sono sessiste, maschiliste, patriarcali ecc.
A parte che sono passati un po’ di anni, un conto è la pubblicità di slip, un conto quella del Giro d’Italia. Non è difficile da capire.
La foto di Toscani pubblicizzava un paio di mutande, non il giro d’Italia.
L’autore dell’articolo sembra condividere questo confronto da decerebrati.
Tutto ciò è un esempio concreto della cultura di FdI come definito da Giuli?
Non si comprende la logica secondo cui se il culo veniva messo in evidenza in passato andava bene, se lo si fa oggi è sbagliato. O forse si capisce fin troppo bene. Ieri la sinistra faceva battaglie di libertà oggi invece predica e pratica la censura.