LA POLEMICA / ‘I TARTUFI DI GIURDIGNANO SONO UNA FAKE NEWS: UNA BUFALA’
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Donato Fanciullo (nella foto), capogruppo consiliare “Le Ali per Giurdignano”, ci manda il seguente intervento ___________
Molti di voi ricorderanno la storica puntata del programma cult televisivo “Indietro tutta”, in cui Renzo Arbore e Nino Frassica convinsero l’indimenticato Massimo Troisi di essere Rossano Brazzi, imponendogli un’altra identità. L’argomento usato per convincerlo era: “Sei Rossano Brazzi perché lo dice la televisione!”
Si sa che le intuizioni di Renzo Arbore, dietro un costrutto di leggerezza e divertimento, hanno spesso anticipato i tempi ed eccoci qua, nel 2025, quarant’anni dopo l’epico programma, ad assistere ad un tragicomico tentativo di imporre ai Giurdignanesi quella che possiamo definire la più grande bufala mediatica del nostro territorio: Giurdignano città del Tartufo!
Un grosso dispendio di energie e di soldi pubblici (circa 18.000,00 € di fondi regionali nel 2024, vedremo nel 2025) per attivare una strapagata campagna giornalistica, social, televisiva e chi più ne ha più ne metta, tesa a raccontare Giurdignano come città del Tartufo. Tutti sappiamo che ciò non è vero, compresi i promotori dell’evento, ma non fa niente, nella nostra società liquida ed inafferrabile ciò che conta non sono i fatti reali, ma la rappresentazione mediatica degli stessi.
Noi che siamo da sempre il giardino megalitico d’Italia, la culla del bizantinismo, il luogo di transito della via Francigena meridionale grazie ai segni lasciati alle “Centoporte”, proprio noi oggi spendiamo migliaia e migliaia di Euro non per promuovere la nostra vera identità, non per valorizzare il tesoro archeologico che ormai da anni è abbandonato alle ortiche, ma per essere identificati come la città del tartufo!
Non si vuole con questo negare che nel Salento si possa lavorare per incentivare un’economia secondaria o alternativa, né si vuole negare che anche da noi ci siano delle realtà boschive, certamente non paragonabili ai territori di Alba, dell’Umbria o della Toscana, ma comunque adatte alla crescita spontanea di tartufi, anche se non di primissima qualità. Il punto è che l’epicentro di tutto questo non è e non sarà mai Giurdignano, che è un luogo a cui la storia ha regalato un enorme patrimonio culturale, ma è anche un luogo dove non esiste neanche un piccolo bosco.
Le fonti scritte ci dicono che nel passato di Giurdignano ci sono state delle coltivazioni di cereali, del lino e persino dello zafferano, ma sui tartufi non dicono assolutamente nulla!
Ma anche le fonti orali, che sono quelle più diffuse nella nostra società contadina, tacciono sui tartufi, tanto che questo evento, nonostante l’imponente spreco di soldi nella promozione mediatica, non riesce a coinvolgere pienamente la gente del paese, quella che non vive di “visioni”, ma del duro impegno lavorativo in una realtà agricola devastata dalla Xylella prima e dall’abbandono istituzionale poi.
Oggi, con il tartufo, le Istituzioni ci propongono nuovi sogni e nuove illusioni che, basandosi, ahimè, sul nulla, quantomeno per il territorio di Giurdignano, sono destinati a fallire e a lasciare solo il lontano ricordo di una misera esposizione mediatica. Le stesse Istituzioni non sanno evidentemente che identificare Giurdignano come città del tartufo, titolo peraltro conseguito non gratuitamente, rappresenti, in realtà, un danno all’immagine del territorio, che qualcuno dovrà pur pagare nel tempo.
Una cosa è certa: visitare Giurdignano significa immergersi in millenni di storia, che vanno dalla preistoria ai giorni nostri, significa passeggiare nel parco archeologico delle Vicinanze per visitare dolmen e menhir e cripte bizantine, significa visitare i ruderi del monastero delle “Centoporte”, il palazzo Baronale, l’archeologia rurale.
Tartufi non ne troverete, se non in aziende private che li coltivano ma, se non sbaglio, una cosa è l’iniziativa privata, altra cosa è il perseguimento dell’interesse pubblico. ___________
LA RICERCA nel nostro articolo del 27 maggio scorso
CON UNA PRECISAZIONE DI leccecronaca.it:
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Ci tenevamo a sottolinearlo, prendendo atto della sostanziale smentita della notizia, che ci era stata passata con l’avallo del Comune di Giurdignano e della Provincia di Lecce, che ci viene oggi dall’avvocato Donato Fanciullo e di quanto egli dice sui costi della campagna di comunicazione sui tartufi.
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