LE IDEE / PAUL KLOTZ: VI SPIEGO COME FUNZIONA IL CAPITALISMO DELLA SOLITUDINE, IL BUSINESS SUL MALE DEL SECOLO ORGANIZZATO DALLE APP. CON L’APPROFONDIMENTO DI leccecronaca.it

| 8 Dicembre 2025 | 0 Comments

(Rdl) _____________ FONTE: “Le Figarò”, estratto dall’intervista – Sintesi di studi pubblicati dalla Fondazione Jean Jaures, “fondation politique indépendante, européenne et social-democrate”_________________

Paul Klotz punta al recupero dell’epidemia di solitudine nel nostro Paese attraverso il business delle piattaforme digitali… mentre lo stato paga il conto

“Da Tinder a TikTok, le piattaforme online stanno orchestrando la solitudine per trarne beneficio.”

INTERVISTA – La Fondazione Jean-Jaurès ha appena pubblicato un rapporto intitolato “Il capitalismo della solitudine aggredisce le connessioni umane”. L’autore, Paul Klotz, sottolinea lo sfruttamento dell’epidemia di solitudine nel nostro Paese da parte dell’industria delle piattaforme digitali… mentre lo Stato paga il conto.

Paul Klotz, laureato all’École Normale Supérieure, specializzato in diritto ed economia, e laureato a Sciences Po Paris, ha notato un aspetto in particolare: nel 2025, secondo la Fondation de France, il 12% delle persone di età superiore ai 15 anni in Francia – principalmente giovani e persone di estrazione sociale modesta – si troverà in “una situazione di isolamento oggettivo”.

In altre parole, il loro contatto fisico con altre persone sarà praticamente inesistente. Questo dato è tanto più preoccupante perché è in aumento. Nel 2010, “solo il 9% delle persone era isolato”.

La Direzione Generale del Tesoro francese ha recentemente stimato il costo dell’economia dell’attenzione allo 0,8% del PIL: -0,6% legato al deterioramento della salute mentale e -0,2% legato alla perdita di tempo produttivo (scorrere i social media sul posto di lavoro).

Questa cifra potrebbe aumentare in futuro, a causa del deterioramento delle capacità cognitive dei giovani oggi sovraesposti agli schermi. Si prevede un calo di circa il 2% a causa dell’indebolimento delle capacità attentive, mnemoniche e linguistiche.

Prima di essere una fabbrica di idioti, il telefono è soprattutto una fabbrica di tristezza: dopo un’ora trascorsa davanti agli schermi, le misure di benessere individuale, curiosità e socievolezza diminuiscono negli utenti. Oltre le 7 ore al giorno, il rischio di depressione aumenta.

A mio parere, la dipendenza dagli schermi è una componente della nostra nuova condizione sociale: i suoi effetti, sebbene universali, colpiscono innanzitutto le persone più vulnerabili. Un bambino i cui genitori guadagnano meno di 35.000 dollari all’anno trascorre 2 ore in più al giorno davanti agli schermi rispetto a un bambino i cui genitori guadagnano più di 100.000 dollari.

Paul Klotz in uno studio recente addita come fattore di avvitamento nei meandri della solitudine lo sviluppo del “capitalismo digitale”.

L’epidemia di solitudine cui stiamo assistendo, in particolare nel nostro mondo occidentale, ha come causa determinante il crollo delle cosiddette “grandi strutture tradizionali”, a cominciare dalla famiglia, passando da chiese e ambiti di appartenenza religiosa, fino all’associazionismo dalle più svariate matrici.

…Klotz, grande accusatore dei “fabbricanti di algoritmi”, in quanto mossi da “un interesse reale nello sviluppo della solitudine”.

…“Il digitale ha rappresentato una grande rivoluzione che ha influenzato le nostre interazioni sociali. Poiché viviamo nell’era del capitalismo digitale, gran parte dei settori economici, tra i più redditizi, prospera (…) sul tempo che gli individui dedicano agli schermi, permettendo di estrarre dati e proporre servizi ultra-personalizzati. Questo tempo trascorso davanti allo schermo è un tempo socialmente povero, che rafforza l’isolamento sociale”.

Ecco dunque come funziona il “business della solitudine”. Le grandi piattaforme digitali hanno come leva fondamentale dei loro affari l’attenzione. Si tratta per loro di mantenere l’attenzione il più a lungo possibile. Come? “Organizzando la solitudine”, prolungando cioè l’isolamento dell’individuo per renderlo disponibile ai loro servizi. . Ecco allora le app di consegna, Uber Eats, Deliveroo, Divoora (per restare nel locale) martellare l’utente con notifiche che cercano di convincerlo a ordinare i pasti in casa piuttosto che condividerli. Saranno poi le piattaforme come Instagram o Tik Tok a offrirgli non solo svago ma anche una socializzazione fasulla tramite profili di altri utenti che sostituiscono incontri reali con persone reali. Per finire con Tinder che organizza relazioni più “serie” e esperienze più “profonde”.

Le conseguenze per la salute

Il tempo di questa solitudine organizzata è denaro per le piattaforme ma per gli utenti –assicura Klotz- sorgente, a lungo andare, di problemi di salute, mentale e fisica. E cita uno studio condotto in Olanda che documenta un aumento del 10% della spesa pubblica legata a problemi di salute mentale. La perdita del sonno, come qualità e lunghezza, è uno dei cavalli di battaglia dello studioso francese: rimanere per ore e ore murati in casa attaccati agli schermi dei dispositivi digitali è una delle cause che nelle ultime decadi hanno fatto perdere ai francesi un’ora e mezza di sonno.

La solitudine, insomma, costituisce un fatto sociale eminentemente contemporaneo e contribuisce a generare una “nuova condizione sociale”, poiché degrada la salute, accentua le disuguaglianze e alimenta un’economia digitale che prospera sull’isolamento trasferendone al contempo i costi indotti alla collettività. _____________

L’APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 1 dicembre scorso

LA RIFLESSIONE nei nostri articoli del 14 novembre e del 30 ottobre scorso

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Politica

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