E’ DIVENTATO UNA STATUINA BUONA PER I NOSTRI PRESEPI IL GIOVANE DI 38 ANNI IMMIGRATO DEL GHANA PROTAGONISTA A GALATONE DI UNA STORIA DI NATALE PURTROPPO PERO’ SENZA LIETO FINE

| 16 Dicembre 2025 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo _______________

“Resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali”. Oddio, io mi ricordo che quando, negli anni Settanta in cui esercitai la mia educazione sentimentale, quelli brutti e bui detti “di piombo”, arrivava a qualche mio coetaneo un provvedimento con tali accuse e non con altre, essi facevano i salti di gioia, perché erano accuse di poco, da cui si poteva facilmente venire fuori senza conseguenze serie.

Altri tempi, altri contesti, va bene. E sarà bene ricordare prima di tutto che ai poliziotti non si fanno nè offese in nessun caso, nè violenze di nessun genere: come scrisse Pier Paolo Pasolini in una sua celebre poesia: “In questi casi, ai poliziotti si danno i fiori, amici“.

Detto e sottolineato tutto ciò, c’è da aggiungere che a lui – non ne sappiamo nemmeno il nome – la giustizia italiana ha comminato una condanna a 9 mesi e 15 giorni, per fatti pregressi avvenuti a Bologna. Non solo: per codesta condanna pendeva sul suo capo un ordine di carcerazione esecutivo.

Era diventato un latitante.

Per questo, dopo la rocambolesca vicenda della scorsa settimana, è stato portato in carcere, dove passerà tristi festività.

Povero.

Però intanto in quello che abbiamo imparato a chiamare l’immaginario collettivo, anche per effetto di social e servizi televisivi che si sono susseguiti facendola diventare un caso, la sua storia di Natale purtroppo senza lieto fine ha lasciato il segno.

Ha fatto egli del Presepe non una stanca, spesso vuota, sovente consumistica tradizione, bensì una realtà viva. Ai cattolici dovrebbe piacere e molto. Se è vero come è vero che uno dei Re Magi, Baldassarre, era nero. Se è vero come è vero che nel Presepe essi celebrano la speranza di un mondo migliore, l’annuncio della buona novella che un mondo migliore è possibile, soprattutto per gli ultimi, gli esclusi, i poveri, gli indifesi e gli emarginati.

A Baldassarre del Ghana ospite indesiderato a Galatone dovrebbero essere grati. Grazie a lui, per effetto di quel meccanismo della comunicazione cui accennavo prima, Galatone intera ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità. Ne hanno parlato un po’ tutti, facendolo assurgere ai fasti della notorietà, un paese che, malgrado tanti tentativi, rimaneva confinato nell’anonimato, per giunta con la condanna biblica di sentirne storpiato il nome nella pronuncia comune.

Una botta di pubblicità gratuita che neanche i milioni sperperati a piene mani da Pugliapromozione, l’ente regionale per il turismo, avrebbero potuto eguagliare.

Egregio dottor Flavio Filoni, sindaco di Galatone, una domanda: avvocati del Comune ne abbiamo? Lo possiamo tirare fuori dal carcere?

Non dico di dargli la cittadinanza onoraria, ma almeno questo, a Galatone, glielo potreste concedere, e magari, se non chiediamo troppo, poi accoglierlo in paese nella vostra comunità, dandogli un’occasione, una speranza, una seconda possibilità. Solo così il vostro presepe vivente diventerà vivo per davvero. Solo così farete un corto circuito di comunicazione, spaccherete nell’immaginario collettivo. E magari al Nord impareranno una volta per tutte a pronunciare correttamente il vostro nome. ____________

LA RICERCA nel nostro articolo del 10 dicembre scorso

 

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Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Politica

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