CON “impegno e disincanto”, CERTO, “DIRO’ COSE GRAVISSIME. INEVITABILE. SE NO CHE COSA CI ANDRO’ A FARE?” ALLA PRESENTAZIONE DEL SAGGIO DI ANNIBALE GAGLIANI SU PASOLINI E GLI ALTRI A LECCE VENERDI’ 15

| 12 Giugno 2018 | 0 Comments

(g.p.)______Grazie al padrone di casa, Mauro Marino, per l’ invito al prestigioso Fondo Verri, a Lecce, in via Santa Maria del Paradiso, 8, venerdì 15 giugno, alle 20.30; grazie all’ editore Stefano Donno dei Quaderni del Bardo; e grazie ad Annibale Gagliani, autore del saggio del momento, che tanto si sta facendo leggere in questi giorni in tutta Italia, “Impegno e Disincanto in Pasolini, De André, Gaber e Rino Gaetano”.

Sarò con  “la poesia in musica” di Luigi Mariano, con il teatro dello schianto di Beatrice B Pierrot; e con le spiegazioni del professor Marcello Aprile dell’ Unisalento, che, fra gli altri pregevoli studi, ha rivolto spesso la sua attenzione all’ uso, o al riadattamento, del dialetto salentino nella letteratura italiana contemporanea.

Li ascolterò volentieri.

Come tutti quelli che vorranno partecipare.

Sul mio incontro con Pier Paolo Pasolini ho già scritto in tutti questi anni un’ opera tetrale, “Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico”; un’ altra, a modo suo, “Pà”, ne ha scritta Alfredo Traversa; e poi l’ ho raccontato in una dozzina di articoli, e in qualche altra intervista.

Eppure, come le cose preziose non finiscono mai di stupire, e di mandare segnali di splendore, anch’ esso continua  ad emanare la luce del futuro:

“Piange ciò che ha fine e ricomincia…

Piange ciò che muta,

anche per farsi migliore.

La luce del futuro non cessa un solo istante di ferirci:

è qui, che brucia

in ogni nostro atto quotidiano,

angoscia anche nella fiducia

che ci dà vita”.

Vedremo e sentiremo con disincanto tutti insieme cosa ne verrà fuori nell’ occasione.

Vi aspetto, e vi anticipo la lezione più bella che ho imparato da Pier Paolo Pasolini, che egli abbozzò a Lecce in quel novembre del 1975, proprio mentre ne stava scrivendo, per il discorso che avrebbe dovuto tenere da là a poco al congresso del Partito Radicale, intervento che fu poi letto postumo due giorni dopo.

Sorrido, perché ho imparato, e ho tenuto fede al suo insgnamento.

Sempre.

Negli ultimi anni, per esempio, quale attualizzazione, nel mio piccolo, per i miei articoli, mi sono attirato le critiche di tutti quelli del Pd, a volte con accanimento, con l’ accusa di essere “supportato” (“sopportato”, correggevo io) dal M5S.

Negli ultimi mesi, invece, quale attualizzazione, nel mio piccolo, per i miei articoli, mi sono attirato le critiche di alcuni del M5S, a volte con accanimento, con l’ accusa di fare il gioco del Pd.

E allora?

“So che sto dicendo delle cose gravissime. D’altra parte era inevitabile. Se no cosa sarei venuto a fare qui? Io vi prospetto – in un momento di giusta euforia della sinistra – quello che per me è il maggiore e peggiore pericolo che attende specialmente noi intellettuali nel prossimo futuro. Una nuova “trahison des clercs”: una nuova accettazione; una nuova adesione; un nuovo cedimento al fatto compiuto; un nuovo regime sia pure ancora soltanto come nuova cultura e nuova qualità di vita.

Il consumismo può rendere immodificabili i nuovi rapporti sociali espressi dal nuovo modo di produzione creando come contesto alla propria ideologia edonistica un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo: di falsa realizzazione, cioè, dei diritti civili.

Dunque tale potere si accinge di fatto ad assumere gli intellettuali progressisti come propri chierici. Ed essi hanno già dato a tale invisibile potere una invisibile adesione intascando una invisibile tessera.

Contro tutto questo voi non dovete far altro (io credo) che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili.

Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare”.

Category: Cultura, Eventi, Libri

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