SULLA XYLELLA DUE SENTENZE SCONFESSANO L’ ‘ACCANIMENTO TERAPEUTICO’ DELLA REGIONE PUGLIA

| 23 Marzo 2023 | 0 Comments

di Roberto Pagliara  ______

Dieci lunghi anni son passati da quando ci si accorse che un batterio stava minacciando l’esistenza della principale caratterizzazione botanica del nostro territorio. La Xilella fastidiosa contro gli alberi di ulivo in Salento e poco più tardi anche quelli dell’intera regione Puglia.

Il caso emblematico è quello di Monopoli dove la proprietaria di un olivo monumentale affetto dal batterio, si è opposta all’ordine di abbattimento dell’esemplare presentando un ricorso al Tar di Bari con motivazioni attinenti alla metodologia dei rimedi applicati che tutto sommato non sono serviti alla limitazione dei danni tanto è vero che anche dopo l’abbattimento massivo effettuato, il contagio ha raggiunto comunque il nord della Puglia raggiungendo Canosa.

Allora in buona sostanza, è necessario perseguire ad ogni costo, con ostinazione, una linea dettata da un metodo poco risolutivo? Si fosse trattato di esseri umani l’avremmo chiamato accanimento terapeutico.

Questo caso comunque è stato pienamente discusso in sede giudiziaria ed il Comitato Scientifico Multidisciplinare Indipendente ci invia un comunicato a firma di:

Prof. Marco Nuti, Prof. Giusto Giovannetti, Prof. Marco Scortichini, Prof. Massimo Blonda, Prof. Pietro Perrino, Dott. Giorgio Doveri, Dott. Pergolese, Dott. Saracino, Dott.ssa Emanuela Sardella.

Volentieri pubblichiamo qui di seguito (nelle foto, alberi in agro di Ostuni, sottoposti al protocollo Pergolese e Giovannetti, in pieno stato vegetativo e produttivo) .

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10 ANNI DI XYLELLA FASTIDIOSA
La Regione Puglia rinnega sé stessa: la verità sull’albero monumentale di Monopoli.

Dopo la decisione dello scorso 3 febbraio 2023 con cui il Tar di Bari (terza sezione) ha sospeso l’abbattimento di un olivo monumentale sito in agro di Monopoli disposto dalla Regione Puglia, arriva la conferma anche del Consiglio di Stato (sesta sezione) che, con ordinanza n. 990 del 13 marzo 2023, ha respinto il ricorso proposto dalla Regione Puglia contro la suddetta sospensiva. Sulla scelta dell’ente regionale di appellare il provvedimento di sospensione dell’espianto ottenuto per una proprietaria di Monopoli dall’Avv. Rosa Fanizzi del Foro di Lecce, si pronuncia il massimo organo di giustizia amministrativa, rigettando la richiesta dell’ente regionale di poter procedere con immediatezza al disposto abbattimento: i giudici di Palazzo Spada rimandano tutti al prossimo 5 aprile, giorno in cui sarà nuovamente il Tar a decidere il merito della controversia.

Le ragioni poste a fondamento della decisione si rinvengono negli stessi dati scientifici pubblicati dalla Regione sin dal lontano 2015 e da allora ripresi e riportati in tutti gli atti regolamentari successivi, dal Piano Regionale Xylella ai Protocolli delle Procedure di Monitoraggio, Sorveglianza e Abbattimento, come documentato dalla proprietaria del monumentale di Monopoli, con l’Avv. Rosa Fanizzi, in sede di appello: ovvero quelli secondo cui l’insetto vettore responsabile della diffusione del batterio, conosciuto volgarmente come sputacchina, raggiunge lo stadio adulto nel solo mese di maggio e non è in grado di essere infettivo prima di questo momento, toccando il picco durante la stagione estiva.

Da qui l’assenza di qualsivoglia ragione d’urgenza che possa impedire all’albero monumentale di Monopoli di salvare 600 anni della sua storia, combattendo per l’applicazione allo stesso di misure alternative all’espianto, quali la capitozzatura e l’innesto nonché la ricerca scientifica, tutti previsti dagli artt. 8 e 9 legge regionale pugliese n. 4/2017 e tuttavia inapplicati al caso di specie.

Le ragioni prospettate dalla Regione sono sempre le stesse che leggiamo in copia, da 10 anni, su tutti i giornali: l’abbattimento degli alberi infetti – anche di quelli monumentali per cui la Regione si prescrive (da sola) l’obbligo di censimento, ad oggi mai completato, prevedendone l’assoluta salvaguardia anche contro la Xf – sarebbe giustificata dalla necessità di evitare (ad ogni costo) la diffusione di un batterio che sarebbe la causa del disseccamento rapido degli olivi, fenomeno meglio conosciuto con l’acronimo di Co.di.ro.

Xf ha festeggiato il suo compleanno, compiendo 10 anni dal primo albero risultato infettato in Salento. Non è tra l’altro dimostrato che il batterio non fosse presente già da anni, data la mancanza dello strumento di ricerca specifico (primer). Il batterio avrebbe viaggiato per tutta la lunghezza della Puglia arrivando sino a Canosa di Puglia, senza che l’unica e sola strategia attuata dalla Regione abbia mai bloccato la sua corsa.

Eppure, ancora oggi, l’ente regionale pugliese promuove la medesima strategia senza guardare, fuori dai microscopi, alla realtà dei fatti e dei dati, ormai alla portata di tutti e cioè quelli che il Comitato Scientifico Multidisciplinare Indipendente, costituito a Bari il 23 febbraio 2019 da numerosi studiosi e Professori del campo – tra cui si annoverano: Prof. Marco Nuti (Professore emerito e microbiologo. Institute of Life Sciences, School of Avanced Studies Sant’Anna, 56127 Pisa, Italy), Prof. Giusto Giovannetti (Centro Colture Sperimentali, Olleyes, 11020 Quart, Aosta, Italy), Prof. Marco Scortichini: Research Centre for Olive, Fruit and Citrus Crops, Council for Agricultural Research and Economics, 00198 Roma, Italy), Prof. Gianni Tamino (Biologo, ex Docente Università di Padova), Dott. Massimo Blonda (Biologo, ex direttore scientifico ARPA Puglia), Prof. Giovanni Pergolese (Chimico ed esperto in biotecnologie sul campo) e Dott. Giorgio Doveri (Chimico e tecnologo farmaceutico) – hanno raccolto attraverso osservazioni, studi e sperimentazione di protocolli di cura che hanno già costituito oggetto di pubblicazione scientifica, di innumerevoli relazioni e scritti, tutti portatori di una importante scoperta.

La sola presenza del batterio di Xf non determina il disseccamento della pianta e non è necessario sconfiggerlo abbattendo gli alberi di olivo, perché con il batterio gli alberi possono convivere e continuare ad essere verdi e produttivi.

Seppure le foto degli alberi monumentali di Ostuni oggetto del progetto sperimentale del Comitato Scientifico – seguiti dalla dott.ssa in Scienze Agrarie, Emanuela Sardella, e sottoposti ai protocolli dei Prof.ri Pergolese e Giovanetti – così come quelli di innumerevoli altre piante salvate dal disseccamento nel Salento e sottoposti agli altri protocolli di cura da parte del Comitato (vedi protocollo Scortichini ad esempio) e della stessa dottoressa Sardella – bastano da sole ad esigere un cambio di rotta. La comprensione del fenomeno ‘Xylella Fastidiosa’ è ancora agli albori per la Regione Puglia, che continua a parlare solo ed esclusivamente di abbattimenti, mentre sono ormai gli stessi alberi – come quello millenario e sempre verde di Monopoli – a gridare: BASTA!

E, insieme a loro, è lo stesso legislatore comunitario – sin dal Regolamento UE n. 2031/2016 – ad aver previsto l’obbligo, e non la facoltà, di cambiare strategia dopo soli 2 anni dall’adozione di una misura fitosanitaria che non abbia ottenuto il risultato programmato, prescrivendo altresì che ogni misura sia adottata nel rispetto dei principi di proporzionalità, necessità, fattibilità, impatto minimo e giustificazione tecnica.

Sono questi gli stessi principi per cui la proprietaria di Monopoli, insieme a quelli di Ostuni e di Castellana, hanno chiesto al Giudice amministrativo di rendere giustizia e di applicare le norme di legge per conservare un prezioso e irripetibile patrimonio culturale del nostro Paese.
Basterebbe allora costituire una sola squadra – quella vincente, tra proprietari, scienziati e Regione – per programmare nuovi interventi e studi sul campo, piuttosto che continuare a resistere inutilmente per promuovere una strategia ormai tramontata, riduzionistica ed inefficace.

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LA RICERCA nel nostro articolo di ieri

CONTRO LA FRODE XYLELLA, LA LOTTA CONTINUA. “Complottista è chi nasconde la verità”

Category: Cronaca, Politica

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