“La cultura non è un bancomat” ?!? leccecronaca.it E’ ANDATA A CURIOSARE SU CHI SIA ANTONELLA AGNOLI, ASSESSORE DEL COMUNE DI LECCE DA UN ANNO E MEZZO. ECCO TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO TROVATO

| 6 Gennaio 2019 | 1 Comment

di Giuseppe Puppo______

Quando, il 22 luglio 2017, il nuovo sindaco Carlo Salvemini presentò la giunta che aveva appena nominato, il nome della Agnoli alla Cultura suscitò ai più la stessa sensazione che provò Don Abbondio nel leggere di Carneade.

Nella concitazione del momento, però, e di fronte delle assicurazioni del primo cittadino, che si trattasse di una personalità, per quanto estranea a Lecce Città, nota a livello nazionale e internazionale nella progettazione e gestione degli spazi pubblici a uso culturale, tutti restarono in silenzio.

Rimaneva – e rimane – il mistero su come i due si siano conosciuti, ammesso che prima di quel giorno si conoscessero di persona, o solo di fama, e sul perché la scelta sia caduta su di lei, con tante altre personalità, pure di sinistra (ammesso anche qui, e non concesso, che la Cultura debba avere connotazioni ideologiche o partitiche), eccellenti nel settore di cui il nostro territorio abbonda.

Però, come detto, almeno ufficialmente, non ci furono obiezioni: alcuni, certo pensarono  che il non conoscerla fosse una loro pecca; i più non capirono, o non ne avevano proprio cognizione, la molteplicità degli incarichi, delle consulenze, dei progetti in cui il nuovo assessore di Lecce fosse già impegnato in tutta Italia, nel senso che sottovalutarono le conseguenze che ciò comportava e comporta; tutti alzarono le braccia, infine, di fronte alla legittima prerogativa di un sindaco di nominare chi voglia, al di là delle trattative e dei compromessi che si fanno sempre in simili casi con i partiti di coalizione e di maggioranza.

L’idillio, meglio dire la tregua, durò poco.

Dopo pochi mesi, infatti, l’opposizione di centro destra cominciò a sollevare pubblicamente chiamiamole perplessità sulle competenze culturali della Agnoli, e sul presunto suo dono dell’ ubiquità, necessario per riuscire a far tutto quello che fa, comunque ANCHE l’assessore a Lecce, avanzando poi precisi rilievi su fatti e circostanze.

Forse, giustamente, nostalgico, del suo regista turco, e, magari meno giustamente, ma altrettanto francamente, del suo consulente – qui davvero di conclamati meriti internazionali – israeliano, a maggio 2018 cominciò Paolo Perrone a menare bordate sulla Agnoli (“Ci sta facendo fare paurosi passi indietro. Delle due l’una: o è totalmente assente da Lecce e quindi a digiuno di tutto quello che succede, oppure ha scelto di restare semplicemente nel recinto che l’ha resa una figura apprezzata e autorevole, cioè i libri e le biblioteche. Ma anche su questo ho qualche fortissimo dubbio”); e continuò poi, ancora più pesantemente, ad ottobre Andrea Guido (“un assessore fantasma, l’ho vista presente nel suo ufficio sì e no due volte in tutto, se ne torni a Bologna”).

Polemiche politiche, certo, che in un modo o nell’ altro agitano la vita di tutte le amministrazioni e di tutti i governi, routine magari, d’accordo.

Fatto sta che i circostanziati rilievi degli esponenti della precedente giunta,  di cui il più importante è di aver lasciato decadere il progetti da loro avviato insieme al Salone del Libro, o Fiera del Libro di Torino che dir si voglia, non sortirono effetto alcuno, anche perché Carlo Salvemini la difese in maniera incondizionata.

Di queste ultime dichiarazioni del sindaco abbiamo riferito nel nostro precedente articolo, rapportandole a quanto deliberato e deciso nelle ultime settimane.

Qui aggiungiamo per dovere di cronaca che anche Carlo Salvemini si occupa professionalmente di libri. E’ presidente, infatti, della società cooperativa Nuova Agorà, con sede a Lecce, che svolge attività di distributore e commercio all’ingrosso appunto di libri, con un fatturato di milioni di euro l’anno.

Adesso è tempo invece di andare a verificare nella sostanza, per dirla meglio, a scoprire, chi sia l’ assessore alla Cultura di Lecce.

***

Antonella Agnoli è nata a Selva di Cadore, un piccolo paesino di cinquecento abitanti sulle Dolomiti, in provincia di Belluno, il 31 maggio 1952.

Risiede a Venezia, è domiciliata a Bologna.

Titolo di studio: diploma magistrale.

Quest’ultimo dato compare una sola volta, in quello presentato al Comune di Bologna, pur nelle decine e decine di curriculum vitae presenti sul web, a seguito delle altrettanto numerosissime collaborazioni con Enti Locali, qui solo presente, seguito dalla indicazione “più corso integrativo”, di cui però non viene fornito altra indicazione.

Negli altri, non ci sono proprio i dati relativi ai titoli di studio.

Tranne un’altra eccezione: quella del sito “Comuni&Città”, che raggruppa le informazioni su tutte le amministratori locali italiane, redatto su “dati relativi all’ultimo aggiornamento rilasciato dal Ministero dell’Interno”, in cui c’è scritto “Formazione: laurea”, ma anche qui senza altra indicazione di lauree, magistrali o triennali, master, o corsi universitari specifici in classe di laurea LM-5, ovvero Archivistica e Biblioteconomia, da lei conseguiti.

E’ una consulente bibliotecaria, così viene definita in numerosi curriculum più o meno tutti uguali presentati da varie amministrazioni comunali, dove poi però in coda si aggiunge e si specifica:  “E’ iscritta all’Elenco degli Associati Aib in qualità di Bibliotecaria, professione disciplinata dalla Legge n. 4/2013, con delibera n. E/2014/1419”, cioè la n. 1419 del 2014.

Abbiamo verificato, in effetti ce n’è traccia, dove la delibera è però indicata come di attestazione di far parte dell’associazione.

Legge n. 4 del 14 gennaio 2013 sulle “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” stabilisce che:
1. In Italia esistono non solo le professioni organizzate in “ordini o collegi” ma anche professioni al di fuori di essi
2. Tra queste professioni c’è quella del bibliotecario
3. Ciascuna di queste professioni viene caratterizzata sulla base della
conformità a norme tecniche UNI (art. 6)
4. I professionisti non organizzati in ordini o collegi possono far parte di
apposite organizzazioni professionali
5. I professionisti possono chiedere agli organismi di certificazione
accreditati il rilascio del certificato di conformità alla norma UNI (art.9).

Quindi, abbiamo capito. Chi fa parte dell’ Abi è bibliotecario.

Quindi dal 2014 Antonella Agnoli è legalmente una bibliotecaria. Anche se – è questo è inconfutabile, sono centinaia le attestazioni presenti sul web – proprio come informa subito sempre il Comune di Bologna, nel 2016 et similia, “Negli ultimi dieci anni ha collaborato con vari architetti alla progettazione di biblioteche in molte città italiane, con molte Amministrazioni comunali per progetti legati ai servizi bibliotecari e ha svolto un’intensa attività di formazione dei bibliotecari in tutta Italia”.

Quindi, come qualifica professionale, al di là del titolo di studio, è bibliotecaria, oltre che consulente bibliotecaria.

Ok, ci siamo. Possiamo andare avanti.

***

La prima delle numerosissime biblioteche con cui Antonella Agnoli ha avuto a che fare è, dal 1977 al 2000. quella di Spinea, da lei fondata e diretta. Spinea è un comune di ventisettemila abitanti vicino Venezia.

Da qui, la ben più importante esperienza professionale fatta subito dopo a Pesaro.

Dal 2001 al 2008, infatti, ha progettato e diretto per il Comune di Pesaro la nuova biblioteca della città.

In seguito, negli ultimi dieci anni, ha collaborato con varie amministrazioni locali alla progettazione e alla valorizzazione di biblioteche e in molte città italiane ha svolto attività di formazione dei biblitecari, e di consulenza

Ha scritto anche alcuni libri (“La biblioteca che vorrei”, 2014, “Caro sindaco, parliamo di biblioteche”, 2011, “Le piazze del sapere”, 2009, “La biblioteca per ragazzi”, 1999). e molti articoli, che rimangono sempre su tali tematiche a lei care.

***

Al suo insediamento da assessore a Lecce, Antonella Agnoli dichiara di ricoprire altri incarichi presso Enti Pubblici, e cioè di essere presidente della Fondazione Federiciana a Fano, senza compenso, e vicepresidente della Fondazione Rusconi a Bologna, con un compenso di 309 euro.

Dichiara inoltre di avere una casa di proprietà di 100 mq e un’auto del 2008.

Allega infine – a completamento degli altri obblighi di legge previsti per tutti i detentori di incarichi politici pubblici – la sua ultima dichiarazione dei redditi, relativa al 2017, da cui si evincono reddito pensione 18 mila euro circa, da attività professionale 27 mila. Tutto regolare. Come il compenso che prende dal Comune di Lecce di 3.470,59 al mese.

Abbiamo verificato inoltre le collaborazioni con altri enti.

E’ giusto quanto dichiarato dalla Agnoli per Fano: “alla Fondazione Federiciana i componenti il Consiglio di Amministrazione svolgono il proprio mandato gratuitamente. Non sono previsti compensi né indennità”. 

E’ giusto quanto dichiarato dalla Agnoli per Bologna. A questo proposito vogliamo segnalare in positivo, e ringraziare, la risposta che ci è stata mandata alla nostra richiesta esplicita dalla Fondazione Rusconi, che, fra l’altro con grande cordialità e trasparenza, ci ha comunicato quanto segue: “Gli Amministratori della fondazione scrivente percepiscono un gettone di euro 30 (lordo) per la presenza alle riunioni di Consiglio. L’Assessore Agnoli per l’incarico che svolge nella Vs  città, si trova spesso impossibilitata a partecipare, visto che le riunioni, si tengono durante la settimana generalmente alle 9 del mattino.

Nell’anno 2018 l’assessore ha potuto partecipare ad una riunione del C.d.A. e ad un incontro informale tra i Consiglieri, quindi la risposta alla Sua domanda riguardo ai gettoni che dovrebbero esserLe corrisposti per l’anno 2018, è di euro 30″.

Per dovere di verifica, abbiamo appunto verificato le voci giornalistiche e politiche che davano la Agnoli “consulente” della Fondazione Matera-Basilicata 2019.

Con altrettanta trasparenza e cordialità, la Fondazione ci ha risposto come segue: “La fondazione si avvale di consulenti esterni ma la dott.ssa Agnoli non ha mai avuto contratto di lavoro con noi. Ha solo collaborato esclusivamente a titolo gratuito partecipando ad alcune conferenze. Nessun altro tipo di collaborazione ha avuto con la Fondazione. Non ha mai ricevuto alcun compenso dalla Fondazione. La Agnoli non ha avuto nessun altro tipo di rapporto con la Fondazione”.

***

E le idee, politiche, culturali, di Antonella Agnoli?

Esse ruotano tutte, almeno quelle espresse pubblicamente, sul valore dei libri e delle biblioteche, da riscoprire e da riattualizzare, ora, nell’ era digitale, più che mai, anche come occasioni di aggregazione e di socializzazione, nonché di promozione sia delle persone, sia del territorio in cui esse vivono.

E’ questa la sintesi, sia pur estrema, dell’ Agnoli – pensiero.

Eppure…

Per il resto, in tutta la sua lunghissima attività pubblicistica, si è lasciata andare, anche raccontandosi, una sola volta, o, almeno, è l’unica che abbiamo trovato. E’ un frammento dunque prezioso, quello che abbiamo scovato, almeno per questa sede, perché ci permette di conoscerla meglio.

E’ una risposta durante un’ intervista rilasciata a Chiara Valerio apparsa sull’ Unità il 4 gennaio 2012. Alla domanda dell’intervistatrice su una presunta vocazione alla cultura dell’intervistata, Antonella Agnoli rispose così:

“Se sono quello che sono lo devo alla politica, non certo alla scuola.

Non so bene chi mi abbia insegnato a leggere e scrivere, ma sono sicura che dai 14 ai 18 anni l’unica cosa che mi interessava era andare a ballare. Se dicessi che la cultura è stata per me una vocazione fin dall’infanzia penso che finirei nell’ultimo girone dell’inferno dantesco: dopo la maturità sono andata a Roma e invece che fare l’università frequentavo giovani artisti e la cellula di Potere Operaio (prima che fosse messo fuori legge). 

L’università, ripresa più volte, non l’ho mai finita, c’era sempre qualche cosa di più importante da fare. Penso che negli anni Settanta  il PCI sia stato l’università di un’intera generazione”.______

LA RICERCA nel nostro articolo di due giorni fa

“La cultura non è un bancomat” ?!? leccecronaca.it E’ANDATA A CERCARE COME SIANO STATI SPESI I FONDI PUBBLICI DALL’ASSESSORE DEL COMUNE DI LECCE ANTONELLA AGNOLI NELLE ULTIME SETTIMANE. ECCO CHE COSA ABBIAMO TROVATO

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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  1. Ingrosso Carmelo ha detto:

    “Se sono quello che sono lo devo alla Politica, non certo alla scuola”
    E brava, l’assessore fantasma……

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